Anche Cesare Damiano si candida alla segreteria del Pd. Intervistato da Il Dubbio, spiega il perché della sua scelta: “Per me ciò che conta è il programma. Come LaburistiDem, il 6 ottobre scorso abbiamo presentato un programma di sinistra, antiliberista, che scommette sul ruolo innovatore dello Stato ed è molto attento alle questioni sociali. Si tratta di un programma che si fonda su una discontinuità di merito e di metodo e, affinché queste idee abbiano spazio sufficiente nel dibattito congressuale e nel futuro politico del Pd, ritengo sia necessario avanzare anche una candidatura”.
“Noi Laburisti scommettiamo sullo Stato come stratega di sviluppo e regolatore del capitalismo; siamo favorevoli al superamento della legge Fornero, ma non in modo demagogico e contraddittorio come sta facendo l’attuale Governo e anche del Jobs Act, restituendo al giudice la possibilità di reintegra in caso di licenziamento illegittimo. In sintesi, noi dialogheremo con chi farà con noi un’analisi profonda: il Pd che vogliamo non può essere quello che toglie l’Imu sulla prima casa anche ai più ricchi che possono pagarla e quello che elimina l’articolo 18 senza credibili contropartite”.
“Chi è più vicino a questa visione? È chiaro che quello che sento più vicino alla mia impostazione è Nicola Zingaretti, ma il dialogo si costruisce sui temi e non sui nomi, a partire dalla condivisione di alcuni punti essenziali”.