"Non ho capito se sono e siamo tra i destinatari della lettera di Berlusconi pubblicata domenica scorsa da Il Giornale. Alfano invece si’, visto che pare indirizzata anzitutto e incredibilmente anche a lui, ma sembra non aver gradito: preferisce leggere le norme elettorali, ha detto sbrigativamente". Cosi’ il leader de La Destra, Francesco Storace, sul sito del partito.
"Io avevo visto Silvio giorni fa a casa sua e avevo capito il contrario di quello che poi ha deciso di fare. Al massimo – pensavo – una lettera di Toti – non certo a mezzo stampa – perche’ Berlusconi sembrava voler dedicarsi piu’ al partito che a una ‘coalizione di bambini’ (parole sue). Ora, ai bambini promette un giocattolo, ma sempre lo stesso. Grosso modo, una coalizione. Che pero’ con l’Italicum fa a pugni – prosegue -. Eppure, non si vota. Perche’ prendere ora l’iniziativa? Perche’ decidere adesso? Che vuol dire che non si propone ‘un cartello elettorale’? Allora di che si tratta, di un partito insieme? No, perche’ poi lo nega, ‘non siamo lo stesso partito e non aspiriamo a diventarlo’. A marzo avevo capito il contrario. Evidentemente ho un problema…".
"Comunque, quando Berlusconi scrive ‘piattaforma politica comune’ pare finalmente escludere Renzi… Ma dalla sinistra non ci divide solo il fisco. Le tasse non sono l’unica questione per la quale si fa battaglia politica. Dovrebbe esserci anche un’idea di riforma di un welfare che invece continua a trascurare i nostri connazionali; l’impegno per la certezza della pena che al contrario le leggi approvate in Parlamento continuano a negare – aggiunge Storace -; il contrasto a una concezione relativista della vita che permea la cultura dei nostri avversari; l’affermazione del diritto alla sovranita’: che e’ politica (negata dalle riforme in discussione) economica (cancellata dal fiscal compact) monetaria (impedita dall’Euro). Senza valori di riferimento non c’e’ alcuna offerta politica al corpo elettorale. E anche se confermiamo il nostro si’ alla ‘centralita’ della persona, dell’uomo, del cittadino rispetto allo Stato’ che accade concretamente? Mi fermo qui e come ho scritto piu’ modestamente sabato scorso sul Giornale d’Italia – nel settimo anniversario della fondazione de La Destra – da settembre vorrei tentare di verificare col nostro popolo chi ha voglia di ricominciare da una bandiera e non piu’ da parole di circostanza. Non sto dicendo che a tutti i costi dobbiamo riprendere la strada di prima, ma che sarebbe sbagliato escluderlo in assenza di prospettive soddisfacenti. Che oggettivamente non si vedono proprio – conclude -. In questo tempo caratterizzato dall’evanescenza delle parole e dalle sparatorie su Twitter occorre invece fermarsi a mettere un punto fermo su valori che rappresentino le colonne d’Ercole di un progetto politico serio. Allearsi e basta non e’ piu’ sufficiente. Anche se si fanno le primarie c’e’ il rischio di domandarsi primi in che cosa. La cultura, mi hanno ricordato, viene prima della procedura".
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