Presto ci sarà il tanto atteso incontro tra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini. Ad annunciarlo il governatore della Liguria, Giovanni Toti, che è anche consigliere politico del Cavaliere. Quando l’uomo di Arcore sarà rientrato dalla Sardegna verrà definito il gruppo di lavoro programmatico, al quale parteciperanno anche i governatori di Lombardia, Roberto Maroni, e del Veneto, Luca Zaia.
Proprio Toti, Maroni e Zaia oggi hanno dato vita alla prima riunione trilaterale dedicata al tema dell’immigrazione. Un vertice al termine del quale i governatori hanno firmato una lettera da inviare al premier Matteo Renzi con una serie di suggerimenti per affrontare l’emergenza, diminuire i flussi e limitare l’accoglienza. E un appello al presidente del Consiglio affinche’ convochi il prima possibile il tavolo nazionale dell’immigrazione. Si è naturalmente parlato anche di centrodestra, dopo l’incontro di Toti con Silvio Berlusconi nella villa di Paraggi, avvenuto sabato nel tardo pomeriggio, e la futura annunciata presenza del governatore ligure a Pontida.
Toti, all’interno di Forza Italia, è sempre più vicino alla Lega, soprattutto su temi come l’immigrazione, appunto. Non ha mai visto di buon occhio il protagonismo di Stefano Parisi, incaricato da Berlusconi in persona di riorganizzare il partito. A dirla tutta, è la vecchia guardia azzurra, in generale, ad avere un atteggiamento ostile all’ex ad di Fastweb. Un atteggiamento che un giornalista del calibro di Vittorio Feltri ha commentato così: “Chi è contro Parisi è un pirla”. Del resto, chi oggi parla di “Papa straniero” facendo riferimento a Parisi, è anche chi ha affossato Forza Italia. Dovrebbe almeno avere il buon gusto di tacere.
Maurizio Gasparri, vicepresidente azzurro del Senato, dichiara: “Parisi non rappresenta il nuovo che avanza, ha quasi 60 anni. Ha diritto a giocare la sua partita, ma deve conquistarsi come tutti sul campo di gioco il ruolo”. Questo Parisi lo sa da sé. E’ pur vero comunque che Stefano ha le spalle coperte, lui opera per incarico del capo, di mister B. Non deve spiegazioni a nessuno.
Mentre Forza Italia cerca di risollevarsi, le forze politiche del centrodestra puntano a ricompattarsi in occasione del referendum, tutte schierate per il No “per mandare a casa Renzi”, dicono. E poi, che succede? A chiederselo è anche Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia: “Che cosa succede se Renzi perde il referendum? Questo è il tema che mi interessa, perché quello che Parisi ha detto nelle sue interviste, ovvero che Renzi deve rimanere in sella anche se perde il referendum, non mi ha tranquillizzato. Temo che si faccia finta di fare l’alternativa a Renzi per poi mettersi d’accordo con lui, come e’ stato a Roma”. In politica tutto è possibile.
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