A giochi fatti risulta facile fare commenti e dire quello che si pensa, ma questo non riguarda certamente me: da più di un anno continuo a ripetere che solo con un centrodestra unito e con validi candidati si poteva vincere un seggio in Australia.
Mi direte che la campagna elettorale è appena iniziata e non si può ancora dire che la lista unita Berlusconi-Salvini-Meloni non ha chances. Lo affermo e lo confermo semplicemente perché i candidati scelti da questa coalizione sono delle brave persone, ma non hanno il peso politico adeguato a sostenere una campagna contro gli avversari politici in campo.
L’unico che mi sento di difendere moralmente in questa lista è Angelo Paratico, sugli altri personalmente non punterei un centesimo.
Qualcuno può pensare che io abbia dei risentimenti al riguardo, ma non è così. È vero piuttosto che sin dall’inizio, dialogando con i diversi soggetti incaricati per la composizione delle liste, mi sono sempre messo a disposizione e la mia collaborazione a un candidato forte sarebbe stata totale.
Non ho cercato il posto in lista, anzi, prima di dare la mia disponibilità alla candidatura ho sempre chiesto di fare la lista unica; e solo quando abbiamo ricevuto la notizia in questo senso ci siamo preoccupati di trovare i candidati giusti.
Nelle ultime settimane antecedenti alla presentazione delle liste ho trascorso più tempo al telefono che con la famiglia, come avviene in questi momenti difficili della politica: chi segue queste dinamiche sa bene che selezionare la squadra giusta è già una mezza vittoria.
Le opzioni in campo c’erano, e anche tante, sinceramente, ma posso immaginare come sono stati selezionati i candidati.
Io avrei voluto in lista Joe Cossari, ma per via di un emendamento assurdo non era possibile; allora si poteva dare a Cossari il ruolo che più gli era consono, una sorta di commissario tecnico, che avrebbe selezionato e dato le linee guida per questa campagna. Invece è stato messo da parte e oggi gli stessi che lo hanno ignorato lo cercano per avere da lui l’aiuto necessario. Troppo tardi.
Il centrodestra perderà di brutto, sicuramente non prenderà lo stesso numero di voti delle altre elezioni, ormai la frittata è fatta, e solo un miracolo potrebbe cambiare le cose. Però in politica i miracoli non esistono, a maggior ragione in un momento come questo in cui la politica italiana vive di incertezza e soprattutto teme un alto tasso di astensionismo, cosa che avviene regolarmente anche in questa circoscrizione.
Non siamo stati capaci di mettere una squadra in campo competitiva, non si può pensare di portare a casa un rappresentate, è assurdo.
Un’ultima considerazione: le campagne elettorali si vincono non solo per gli uomini in campo ma anche per come gioca la squadra. Ad oggi il centrodestra non ha nemmeno iniziato la sua promozione, se così vogliamo dire, non c’è un programma condiviso sui temi degli italiani all’estero. Se pensiamo ancora una volta di andare in piazza a parlare di cittadinanza, IMU e pensioni, indubbiamente temi importanti per gli italiani all’estero, ma non sufficienti per contrastare gli avversari, rischiamo di fare una campagna fotocopia, non ci sono in campo argomenti validi per indurre gli elettori a scegliere noi.
Manca uno slogan accattivante, e in campagna elettorale il marketing è fondamentale, una buona campagna mediatica può sicuramente fare la differenza. E chi meglio di Berlusconi sa quanto vale la comunicazione? Lui sì che su questo è bravo, forse i candidati in campo dovrebbero prendere esempio.