Il titolo è esaustivo, fatto di domande che sono una catena, una catena di sentimenti e di risposte in un’intervista pulita interessante e incisiva, non di punti interrogativi, no, ma di poesia.
Sia le domande che le risposte sono concrete, corpose e dense di significato come una crema di latte in cui si può e si vuole annegare, e allora ci si lascia andare nella sensualità imprescindibile che è il corpo di una donna sempre e comunque per un uomo, così è per Chierici da sempre, lui che ritrova nuova vita nel confondersi con quei profumi e quei colori che solo una donna sa dare. E’ il sesto libro, la sesta creatura dell’autore di Parma, uno scrittore moderno che ha la dolce malinconia della tradizione letteraria italiana e che proprio per questo non ha mai avuto paura di fare i conti con un lato dolcemente femminile che lo rende estremamente in empatia con le donne e quindi speciale.
Si tratta di una letteratura moderna, femminile appunto, disincantata, autentica, pura, dedicata alle “femmine” che sognano un uomo, un uomo che non è un principe azzurro, ma un vero uomo, un compagno che sa commuoversi, piangere, ridere, giocare, e lottare per ciò che crede; l’amore in definitiva.
Chierici prende appunti, corre, viaggia, lavora, legge, scrive freneticamente tuffandosi e nuotando proprio in quella crema di latte che è donna, che la femmina, che è il suo mondo, ciò che lo rigenera e gli ridona linfa e voglia di vivere, questo comunica il libro.
Cos’è un taccuino per gli appunti? Chi lo tiene ancora in tasca? Un quadernetto nero con il nastro rosso che serve per bloccare momenti e sentimenti, l’amore, il dolore, il tradimento, la bugia e la risata, tutto insomma, tutto quello che le persone comuni spesso non vedono, quei frammenti di poesia, di lacrime e di emozioni brucianti come un mare di fuoco dove galleggia un vecchio giradischi dove la puntina accarezza le note di Elvis.
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