Michele Zagaria, considerato il capo assoluto del clan dei Casalesi, è stato catturato dopo 16 anni di latitanza. Si tratta di un grande successo per lo Stato italiano, per gli inquirenti e per le forze dell’ordine. Un arresto, quello di Zagaria, boss di quella che viene considerata la frangia più feroce della Camorra, con cui si potrebbe mettere la parola fine ad uno dei capitoli più sanguinosi della lotta alla malavita campana.
Il presidente del Consiglio, Mario Monti, ha telefonato al ministro della Giustizia Paola Severino per congratularsi e per rinraziare, attraverso di lei, i magistrati e le forze dell’ordine per l’impegno profondo che hanno messo per arrivare alla cattura del boss Zagaria.
Secondo il presidente della Camera, Gianfranco Fini, è stato raggiunto un "eccezionale obiettivo in difesa della legalità". Roberto Maroni, ex ministero dell’Interno, parla di "un grande successo" che è stato possibile "grazie al modello Caserta del governo precedente".
MANGANELLI: VERTICI CLAN ‘CASALESI’ ORMAI TUTTI CATTURATI Antonio Manganelli, capo della Polizia, commentando l’arresto di Michele Zagaria, dichiara: "La cattura di Michele Zagaria costituisce una ulteriore, importante tappa nel percorso di totale ripristino della legalita’ che lo Stato, in ogni sua componente, a partire da magistratura e forze di polizia, sta seguendo con grande determinazione". "I vertici del clan dei Casalesi, organizzazione criminale agguerrita, cruenta, ma non solo ‘militare’ poiche’ in grado di infiltrarsi nella economia sana del Paese – ha aggiunto Manganelli – sono stati ormai tutti catturati. Deve iniziare ora una fase di liberazione della collettivita’ dal giogo che l’ha mortificata, peraltro consolidando un’accezione negativa del termine ‘Casalesi’, riferito non piu’ solo agli abitanti di Casal di Principe, ma all’omonimo clan camorristico".
Manganelli, già nel 2008, avevamo preso un impegno importante: quello di fare in modo che il termine "casalesi" fosse usato soltanto per "indicare gli abitanti di quel paese senza evocare un clan, restituendo loro la dignita’ e l’onore di vivere lì".
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