Il caso di ciò che è accaduto alle elezioni comunali di Verona dimostra quello che accade con un centrodestra diviso. A Verona, il centrodestra si è diviso tra il sindaco uscente Federico Sboarina e l’ex-sindaco Flavio Tosi. Fratelli d’Italia e Lega hanno sostenuto Sboarina e Forza Italia ha sostenuto Tosi. Molti rimproverano a Sboarina il fatto di non essersi apparentato con Tosi per il ballottaggio. Però, ci sarebbe da dire qualcosa.
In primis, alle elezioni comunali di Catanzaro, Lega e Forza Italia hanno sostenuto Valerio Donato, un ex-esponente del Partito Democratico, mentre Fratelli d’Italia ha sostenuto Wanda Ferro. C’è stato il ballottaggio con il candidato del centrosinistra Nicola Fiorita e non c’è stato l’apparentamento tra Donato e Fratelli d’Italia.
Inoltre, Tosi ed i suoi hanno più volte contestato Sboarina in campagna elettorale. Dunque, Sboarina ha scelto di non apparentarsi con chi avrebbe potuto mettergli i bastoni tra le ruote se avesse vinto. Deve essere ricordato anche che Forza Italia è uscita dalla maggioranza di Sboarina nel 2020.
Il problema è che un centrodestra diviso perde. Quanto accaduto a Verona lo dimostra. Il centrodestra si divide e la sinistra vince. Oggi, Verona ha un sindaco civico di centrosinistra, l’ex-calciatore Damiano Tommasi. Questi sono i fatti. Ora, si deve fare una riflessione perché quello che è accaduto in una roccaforte storica del centrodestra, come Verona, potrebbe accadere a livello nazionale.
I tre leader del centrodestra, Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Silvio Berlusconi, dovrebbero parlarsi. Inoltre, il centrodestra non può più essere diviso dal sostegno al Governo Draghi, da parte di Forza Italia, Lega e centristi. O si sta tutti insieme da una parte o non avrebbe senso parlare di centrodestra. Non si può mettere un piede in due scarpe.