L’ambasciata d’Italia a Caracas e il consolato generale a Caracas, in stretto raccordo con la Farnesina, stanno seguendo la vicenda dell’arresto del connazionale Alberto Trentini “con la massima attenzione fin dalla prima segnalazione, mantenendo i contatti con la famiglia e i legali del connazionale”.
La sede diplomatica italiana, si apprende da fonti bene informate, “ha interessato in modo incessante le autorità venezuelane per richiedere con urgenza che sia garantito l’esercizio dell’assistenza consolare nei confronti del connazionale e che vengano comunicati quanto prima i motivi dell’arresto e il luogo di detenzione”.
“Seguiamo con grande apprensione – dichiarano in una nota congiunta la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein insieme al responsabile nazionale esteri Pd, Peppe Provenzano – la vicenda di Alberto Trentini, arrestato due mesi fa in Venezuela, in contatto con l’avvocata incaricata dalla famiglia e con la Farnesina. Trentini è un cooperante che stava svolgendo una missione per conto della sua Ong per aiutare la popolazione venezuelana. Da due mesi non si hanno notizie di lui, né delle ragioni del suo arresto, non si sa quali siano le condizioni di detenzione né se stia ricevendo le cure mediche necessarie. Abbiamo depositato alla Camera e al Senato due interrogazioni urgenti. Chiediamo al Governo di attivarsi con la massima determinazione, per garantire il pieno rispetto dei suoi diritti fondamentali e assicurare il suo rientro in Italia”.
“Vogliamo chiarezza sull’arresto di Alberto. Per questo motivo abbiamo presentato un’interpellanza urgente, a prima firma Onori, al ministro degli Esteri Tajani, chiedendo quali iniziative il nostro governo intenda intraprendere per tutelare i diritti dei cittadini ingiustamente detenuti”. Lo dichiarano in una nota i deputati di Azione, annunciando un’interpellanza urgente al ministro degli Esteri Antonio Tajani sulla difficile situazione del Venezuela, con particolare riferimento alla gestione dei prigionieri politici italo-venezuelani.
Si appellano al governo italiano i familiari di Alberto. La famiglia, in una nota diffusa con l’avvocato Alessandra Ballerini, chiede di ”porre in essere tutti gli sforzi diplomatici possibili e necessari, aprendo un dialogo costruttivo con le istituzioni Venezuelane, per ripotare a casa Alberto e garantirne l’incolumità”.
CHI E’ ALBERTO TRENTINI, IL COOPERANTE ITALIANO ARRESTATO
Su Linkedin si definisce un “professionista con oltre dieci anni di esperienza nei settori dello sviluppo e umanitario con Ong internazionali in Sud America, Etiopia, Nepal, Grecia e Libano”, con “esperienza comprovata nella gestione di progetti e uffici, coordinamento, progettazione e budget di proposte, risorse umane e logistica. Madrelingua italiana, fluente in spagnolo, inglese e francese”.
Lui è Alberto Trentini, il cooperante italiano della Ong Humanity & Inclusion, di cui non si hanno più notizie dallo scorso 15 novembre, dopo l’arresto da parte delle autorità venezuelane scattato durante la missione umanitaria.
Fondata nel 1982, la Ong lavora in una sessantina di Paesi “al fianco delle popolazioni vulnerabili, specialmente quelle con disabilità”.
Laurea in storia moderna e contemporanea all’Università Ca’ Foscari, prima di collaborare con Humanity & Inclusion Trentini, di origini veneziane, ha lavorato nel campo della cooperazione internazionale in tutto il mondo: fra il 2023 e il 2024, con il Consiglio danese per i rifugiati, a Barbacoas, località della Colombia.
Per gli ultimi 4 mesi del 2022 invece, sempre in Colombia, è stato, per l’Ong francese Solidarités International, field coordinator; stessa mansione che ha ricoperto per Première Urgence Internationale.
Tra il 2017 e il 2020, ha collaborato con l’organizzazione Coopi in Ecuador, Perù, Libano e Etiopia. Tra gli altri paesi dove ha compiuto missioni umanitarie Grecia, Nepal, Paraguay e Bosnia-Erzegovina.