Già a partire da lunedì prossimo, Henrique Pizzolato, il banchiere italo-brasiliano coinvolto in quella che è stata definita dai media la "tangentopoli brasiliana" e attualmente recluso nel carcere di Modena, potrebbe essere estradato nel suo Paese di origine, nonostante il Consiglio di Stato non si sia ancora pronunciato sul ricorso presentato contro l’ordinanza del Tar del Lazio che ha rigettato la richiesta di sospensiva del decreto di estradizione.
Lo rende noto Desi Bruno, Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive o limitative della libertà personale, che ha appreso dal difensore di fiducia di Pizzolato che il ministro della Giustizia avrebbe emesso un provvedimento con il quale autorizza il Governo brasiliano a dare esecuzione al decreto di concessione dell’estradizione fin dal prossimo 15 giugno.
"E’ evidente che se ciò avvenisse si profilerebbe una violazione del diritto di difesa e della possibilità di adire l’autorità giudiziaria competente per far accertare la ritenuta illegittimità del decreto di estradizione – spiega Bruno-, la preoccupazione resta legata al rischio che il rientro in Brasile possa esporre Pizzolato a un concreto pericolo di trattamenti disumani e degradanti fino al rischio di morte in quanto il sistema penitenziario brasiliano è internazionalmente riconosciuto e censurato per essere caratterizzato da inaccettabili violazioni dei diritti umani ed essere privo delle condizioni minime di sicurezza e assistenza". Anche se, aggiunge la Garante, "risulta che il Governo brasiliano abbia dato rassicurazioni nel senso di fornire un congruo trattamento penitenziario, rispettoso dei diritti umani fondamentali".
Secondo Bruno è importante "sottolineare che Pizzolato, sin dal suo ingresso in carcere a Modena, alla fine di febbraio 2014, ha intrapreso un importante percorso di risocializzazione e di rieducazione, collaborando attivamente con il gruppo Carcere-Città, associazione di volontariato con un’esperienza ormai trentennale in ambito penitenziario, e che un possibile sradicamento dall’attuale contesto sarebbe fortemente destabilizzante".
Ma soprattuto, conclude la Garante, "Pizzolato è pur sempre cittadino italiano, ed è quindi una anomalia la mancata applicazione del Trattato sul trasferimento delle persone condannate tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo del Repubblica federativa del Brasile, sottoscritto a Brasilia nel 2008, che prevede la possibilità per il detenuto condannato di scontare la pena nel Paese di cui è cittadino".
Per Bruno, quindi ,"l’auspicio è che quantomeno possa essere garantito a Pizzolato di restare in Italia, senza che sia data esecuzione all’estradizione verso il Brasile, sino a quando non siano stati esperiti tutti i rimedi giurisdizionali, interni e sovranazionali, potendosi profilare, in caso contrario, un pregiudizio grave e irreparabile".
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