L’avvocato Antonio De Renzis, legale della famiglia Pantani, proprio sul caso Marco Pantani, arrivato alla Commissione antimafia, intervenuto a Radio Cusano Campus ha detto: “Sono convinto che i giornalisti siano una risorsa perché soprattutto gli ultimi anni stanno aiutando in tante vicende, basi pensare al caso Cucchi. Chi ha paura della luce spesso ha paura di trovare la verità, che nel buio è difficile salti fuori. Perché avere paura del lavoro dei giornalisti?”.
“La prima indagine del 2004 è la antologia di tutto ciò che non si deve fare in un’indagine investigativa, è stato fatto tutto quello che normalmente non si fa in un’indagine investigativa. I 4 sanitari che entrano in una stanza in cui c’è un cadavere in una pozza di sangue non sono mai state interrogate. La polizia di Rimini arriva dopo 45 minuti sul luogo del delitto, arrivano prima i sanitari da Riccione, ma queste 4 persone non sono mai state sentite. Tant’è che quando ho fatto riaprire le indagini nel 2014, mi hanno telefonato per dirmi: abbiamo delle notizie da darle. Io gli ho chiesto: Cosa avete da dirmi che non avete già riferito? E loro mi hanno detto: non abbiamo riferito nulla perché nessuno ci ha interrogato”.
“Mi hanno detto: abbiamo visto le immagini in tv, quella pallina accanto al corpo non c’era. Io ho ancora la pelle d’oca. Ovviamente ho raccolto queste 4 testimonianze da loro ribadite davanti alla polizia. Quando hanno archiviato hanno detto che queste persone si ricordavano male. I tre testimoni, che dicono che all’interno della stanza c’è un lavandino smontato per terra, sono il proprietario dell’hotel, il portiere che ha rinvenuto il corpo e un soprintendente di polizia. A quanto pare queste tre persone ricordano male anche loro. Bisogna tenere anche presente che il filmato della Polizia scientifica inizia due ore e mezza dopo il ritrovamento del corpo e l’assistente capo della polizia scientifica ha dichiarato a verbale ai suoi colleghi: mi è sembrato molto strano che io e il mio collega, già bardati con tutte le protezioni, fossimo tenuti in una stanza accanto, mentre dentro c’erano dei colleghi in borghese che giravano tranquillamente. Secondo voi tutto questo è normale?”.
“Nel cestino della camera di Pantani era presente la carta di un Cornetto Algida. La donna delle pulizie dice che il giorno 13 ha pulito tutta la stanza compreso il bagno, nella camera non c’era possibilità di tenere i gelati, Pantani non era mai uscito, quindi per forza il Cornetto deve averglielo portato qualcuno. A pagina 25 dell’archiviazione del gip si legge: d’altronde anche la tanto evocata carta gelato non si può escludere che sia stata inavvertitamente gettata da uno dei poliziotti durante il sopralluogo. Io da cittadino posso accettare questa roba qui?”.
Il boss della Camorra, poi pentito, Augusto Latorre disse: “Hai qualche milione da buttare? Se sì, puntalo sul vincitore del Giro. Non so chi vincerà, ma sicuramente non sarà Pantani”.
“Latorre ha anche indicato a suo parere quale poteva essere all’epoca il clan che aveva condizionato l’esame dell’ematocrito di Pantani, ovvero il clan Mallardo. E inoltre, lui aggiunge a verbale nero su bianco: i medici non sono stati minacciati, sono stati corrotti. Mentre l’esame dice che Pantani ha l’ematocrito fuori controllo, notiamo anche un abbattimento mostruoso delle piastrine. Peccato che 6 ore dopo all’ospedale civile di Imola lui fa gli esami ha l’ematocrito e le piastrine normali. E’ più attendibile l’esame fatto all’ospedale civile di Imola o quello nella stanzetta fatto da tre dottori che si contraddicono in tutte le dichiarazioni che fanno?”.
“Se noi non riusciamo questa volta a ridare giustizia a Marco usciamo tutti sconfitti, perché questa è una presa in giro folle. Il movente di quella mattina a Rimini è sicuramente legato a un’organizzazione e a soldi, non posso entrare più nello specifico. Pantani in seguito alla squalifica aveva intrapreso un percorso con la cocaina, aveva una disponibilità di denaro enorme, e qui mi fermo”.
“Rispondo a quei due o tre che ogni tanto dicono: lasciamo Pantani riposare in pace. Certo, però dopo che gli abbiamo ridato dignità e giustizia, perché è facile far riposare in pace la gente quando non si tratta di noi”.