Nei giorni scorsi i pm milanesi Eugenio Fusco e Massimiliano Carducci hanno interrogato Fede, ieri invece è toccato all’agente dei vip.
L’accusa di concorso in bancarotta per Emilio Fede, nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Milano che il 20 giugno scorso ha portato in carcere Lele Mora, é relativa, a quanto si è appreso, a un prestito da 2 milioni e 850 mila euro arrivato a Mora da parte di Giuseppe Spinelli, manager di fiducia di Silvio Berlusconi.
Da quanto si é saputo, gli inquirenti ipotizzano che il direttore del Tg4 abbia trattenuto per sé una parte di quella somma, mentre era in corso la procedura di fallimento della LM Management, la società dei talent scout.
Fede, dopo aver ricevuto un invito a comparire dai pm di Milano Eugenio Fusco e Massimiliano Carducci, è stato interrogato nei giorni scorsi, mentre gli inquirenti hanno sentito oggi nel carcere di San Vittore Mora, arrestato per bancarotta fraudolenta aggravata per il crac da 8,5 milioni di euro della LM Management.
Da quanto si è appreso, le versioni di Fede e di Mora riguardo a quel prestito sono contrapposte e il direttore del Tg4 avrebbe detto di avere ricevuto 400 mila euro, mentre Mora avrebbe spiegato che il giornalista avrebbe preso poco meno della metà della somma.
La vicenda del prestito da parte di Berlusconi, attraverso Spinelli (sia il premier che il fiduciario sono totalmente estranei all’inchiesta) all’agente dei Vip era emersa anche da alcune intercettazioni del caso Ruby, dove sia Mora che Fede sono imputati per induzione e favoreggiamento della prostituzione.
Dalle intercettazioni dell’agosto 2010, infatti, era emerso che Fede avrebbe ‘caldeggiato’ il prestito parlando con Mora al telefono e anche nel corso delle telefonate si faceva riferimento alla possibilità di trattenere una parte della somma.
Nel corso dell’inchiesta sulla bancarotta, i pm hanno avviato alcune rogatorie in Svizzera a ‘caccia’ di possibili fondi trasferiti all’estero dal talent scout.
Da quanto si è saputo, i pm avrebbero individuato una scrittura privata relativa proprio al prestito di 2,85 milioni che sarebbe stato effettuato con tre versamenti, a Gennaio, Marzo e Settembre 2010.
Il fascicolo sul fallimento della LM Management era invece arrivato al tribunale fallimentare di Milano nel dicembre 2009 e i giudici fallimentari avevano dato una proroga di un mese per ripianare la situazione finanziaria.
Il sospetto è che i soldi ricevuti in prestito non siano stati affatto usati per coprire i buchi della società. Nell’inchiesta, inoltre sarebbe indagata anche una terza persona, un factotum di Lele Mora.
Poche le parole concesse da Fede alla stampa: "Come ho già detto altre volte quei soldi sono un prestito che avevo fatto a Lele e che lui mi ha restituito, sapevo che lui era in difficoltà ma non in bancarotta, credo di aver chiarito tutto ai magistrati".
Concetto ribadito anche dall’avvocato Gaetano Pecorella, difensore di Fede: "Il mio assistito non è mai stato socio di Mora, non ha mai avuto interessi in comune con lui, né conosceva come gestisce le sue aziende e tantomeno se fossero in stato di grave insolvenza".
Nei giorni scorsi i pm milanesi Eugenio Fusco e Massimiliano Carducci hanno interrogato Fede, ieri invece è toccato all’agente dei vip.
L’accusa di concorso in bancarotta per Emilio Fede, nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Milano che il 20 giugno scorso ha portato in carcere Lele Mora, é relativa, a quanto si è appreso, a un prestito da 2 milioni e 850 mila euro arrivato a Mora da parte di Giuseppe Spinelli, manager di fiducia di Silvio Berlusconi.
Da quanto si é saputo, gli inquirenti ipotizzano che il direttore del Tg4 abbia trattenuto per sé una parte di quella somma, mentre era in corso la procedura di fallimento della LM Management, la società dei talent scout.
Fede, dopo aver ricevuto un invito a comparire dai pm di Milano Eugenio Fusco e Massimiliano Carducci, è stato interrogato nei giorni scorsi, mentre gli inquirenti hanno sentito oggi nel carcere di San Vittore Mora, arrestato per bancarotta fraudolenta aggravata per il crac da 8,5 milioni di euro della LM Management.
Da quanto si è appreso, le versioni di Fede e di Mora riguardo a quel prestito sono contrapposte e il direttore del Tg4 avrebbe detto di avere ricevuto 400 mila euro, mentre Mora avrebbe spiegato che il giornalista avrebbe preso poco meno della metà della somma.
La vicenda del prestito da parte di Berlusconi, attraverso Spinelli (sia il premier che il fiduciario sono totalmente estranei all’inchiesta) all’agente dei Vip era emersa anche da alcune intercettazioni del caso Ruby, dove sia Mora che Fede sono imputati per induzione e favoreggiamento della prostituzione.
Dalle intercettazioni dell’agosto 2010, infatti, era emerso che Fede avrebbe ‘caldeggiato’ il prestito parlando con Mora al telefono e anche nel corso delle telefonate si faceva riferimento alla possibilità di trattenere una parte della somma.
Nel corso dell’inchiesta sulla bancarotta, i pm hanno avviato alcune rogatorie in Svizzera a ‘caccia’ di possibili fondi trasferiti all’estero dal talent scout.
Da quanto si è saputo, i pm avrebbero individuato una scrittura privata relativa proprio al prestito di 2,85 milioni che sarebbe stato effettuato con tre versamenti, a Gennaio, Marzo e Settembre 2010.
Il fascicolo sul fallimento della LM Management era invece arrivato al tribunale fallimentare di Milano nel dicembre 2009 e i giudici fallimentari avevano dato una proroga di un mese per ripianare la situazione finanziaria.
Il sospetto è che i soldi ricevuti in prestito non siano stati affatto usati per coprire i buchi della società. Nell’inchiesta, inoltre sarebbe indagata anche una terza persona, un factotum di Lele Mora.
Poche le parole concesse da Fede alla stampa: "Come ho già detto altre volte quei soldi sono un prestito che avevo fatto a Lele e che lui mi ha restituito, sapevo che lui era in difficoltà ma non in bancarotta, credo di aver chiarito tutto ai magistrati".
Concetto ribadito anche dall’avvocato Gaetano Pecorella, difensore di Fede: "Il mio assistito non è mai stato socio di Mora, non ha mai avuto interessi in comune con lui, né conosceva come gestisce le sue aziende e tantomeno se fossero in stato di grave insolvenza".
Nei giorni scorsi i pm milanesi Eugenio Fusco e Massimiliano Carducci hanno interrogato Fede, ieri invece è toccato all’agente dei vip.
L’accusa di concorso in bancarotta per Emilio Fede, nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Milano che il 20 giugno scorso ha portato in carcere Lele Mora, é relativa, a quanto si è appreso, a un prestito da 2 milioni e 850 mila euro arrivato a Mora da parte di Giuseppe Spinelli, manager di fiducia di Silvio Berlusconi.
Da quanto si é saputo, gli inquirenti ipotizzano che il direttore del Tg4 abbia trattenuto per sé una parte di quella somma, mentre era in corso la procedura di fallimento della LM Management, la società dei talent scout.
Fede, dopo aver ricevuto un invito a comparire dai pm di Milano Eugenio Fusco e Massimiliano Carducci, è stato interrogato nei giorni scorsi, mentre gli inquirenti hanno sentito oggi nel carcere di San Vittore Mora, arrestato per bancarotta fraudolenta aggravata per il crac da 8,5 milioni di euro della LM Management.
Da quanto si è appreso, le versioni di Fede e di Mora riguardo a quel prestito sono contrapposte e il direttore del Tg4 avrebbe detto di avere ricevuto 400 mila euro, mentre Mora avrebbe spiegato che il giornalista avrebbe preso poco meno della metà della somma.
La vicenda del prestito da parte di Berlusconi, attraverso Spinelli (sia il premier che il fiduciario sono totalmente estranei all’inchiesta) all’agente dei Vip era emersa anche da alcune intercettazioni del caso Ruby, dove sia Mora che Fede sono imputati per induzione e favoreggiamento della prostituzione.
Dalle intercettazioni dell’agosto 2010, infatti, era emerso che Fede avrebbe ‘caldeggiato’ il prestito parlando con Mora al telefono e anche nel corso delle telefonate si faceva riferimento alla possibilità di trattenere una parte della somma.
Nel corso dell’inchiesta sulla bancarotta, i pm hanno avviato alcune rogatorie in Svizzera a ‘caccia’ di possibili fondi trasferiti all’estero dal talent scout.
Da quanto si è saputo, i pm avrebbero individuato una scrittura privata relativa proprio al prestito di 2,85 milioni che sarebbe stato effettuato con tre versamenti, a Gennaio, Marzo e Settembre 2010.
Il fascicolo sul fallimento della LM Management era invece arrivato al tribunale fallimentare di Milano nel dicembre 2009 e i giudici fallimentari avevano dato una proroga di un mese per ripianare la situazione finanziaria.
Il sospetto è che i soldi ricevuti in prestito non siano stati affatto usati per coprire i buchi della società. Nell’inchiesta, inoltre sarebbe indagata anche una terza persona, un factotum di Lele Mora.
Poche le parole concesse da Fede alla stampa: "Come ho già detto altre volte quei soldi sono un prestito che avevo fatto a Lele e che lui mi ha restituito, sapevo che lui era in difficoltà ma non in bancarotta, credo di aver chiarito tutto ai magistrati".
Concetto ribadito anche dall’avvocato Gaetano Pecorella, difensore di Fede: "Il mio assistito non è mai stato socio di Mora, non ha mai avuto interessi in comune con lui, né conosceva come gestisce le sue aziende e tantomeno se fossero in stato di grave insolvenza".
Nei giorni scorsi i pm milanesi Eugenio Fusco e Massimiliano Carducci hanno interrogato Fede, ieri invece è toccato all’agente dei vip.
L’accusa di concorso in bancarotta per Emilio Fede, nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Milano che il 20 giugno scorso ha portato in carcere Lele Mora, é relativa, a quanto si è appreso, a un prestito da 2 milioni e 850 mila euro arrivato a Mora da parte di Giuseppe Spinelli, manager di fiducia di Silvio Berlusconi.
Da quanto si é saputo, gli inquirenti ipotizzano che il direttore del Tg4 abbia trattenuto per sé una parte di quella somma, mentre era in corso la procedura di fallimento della LM Management, la società dei talent scout.
Fede, dopo aver ricevuto un invito a comparire dai pm di Milano Eugenio Fusco e Massimiliano Carducci, è stato interrogato nei giorni scorsi, mentre gli inquirenti hanno sentito oggi nel carcere di San Vittore Mora, arrestato per bancarotta fraudolenta aggravata per il crac da 8,5 milioni di euro della LM Management.
Da quanto si è appreso, le versioni di Fede e di Mora riguardo a quel prestito sono contrapposte e il direttore del Tg4 avrebbe detto di avere ricevuto 400 mila euro, mentre Mora avrebbe spiegato che il giornalista avrebbe preso poco meno della metà della somma.
La vicenda del prestito da parte di Berlusconi, attraverso Spinelli (sia il premier che il fiduciario sono totalmente estranei all’inchiesta) all’agente dei Vip era emersa anche da alcune intercettazioni del caso Ruby, dove sia Mora che Fede sono imputati per induzione e favoreggiamento della prostituzione.
Dalle intercettazioni dell’agosto 2010, infatti, era emerso che Fede avrebbe ‘caldeggiato’ il prestito parlando con Mora al telefono e anche nel corso delle telefonate si faceva riferimento alla possibilità di trattenere una parte della somma.
Nel corso dell’inchiesta sulla bancarotta, i pm hanno avviato alcune rogatorie in Svizzera a ‘caccia’ di possibili fondi trasferiti all’estero dal talent scout.
Da quanto si è saputo, i pm avrebbero individuato una scrittura privata relativa proprio al prestito di 2,85 milioni che sarebbe stato effettuato con tre versamenti, a Gennaio, Marzo e Settembre 2010.
Il fascicolo sul fallimento della LM Management era invece arrivato al tribunale fallimentare di Milano nel dicembre 2009 e i giudici fallimentari avevano dato una proroga di un mese per ripianare la situazione finanziaria.
Il sospetto è che i soldi ricevuti in prestito non siano stati affatto usati per coprire i buchi della società. Nell’inchiesta, inoltre sarebbe indagata anche una terza persona, un factotum di Lele Mora.
Poche le parole concesse da Fede alla stampa: "Come ho già detto altre volte quei soldi sono un prestito che avevo fatto a Lele e che lui mi ha restituito, sapevo che lui era in difficoltà ma non in bancarotta, credo di aver chiarito tutto ai magistrati".
Concetto ribadito anche dall’avvocato Gaetano Pecorella, difensore di Fede: "Il mio assistito non è mai stato socio di Mora, non ha mai avuto interessi in comune con lui, né conosceva come gestisce le sue aziende e tantomeno se fossero in stato di grave insolvenza".
Nei giorni scorsi i pm milanesi Eugenio Fusco e Massimiliano Carducci hanno interrogato Fede, ieri invece è toccato all’agente dei vip.
L’accusa di concorso in bancarotta per Emilio Fede, nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Milano che il 20 giugno scorso ha portato in carcere Lele Mora, é relativa, a quanto si è appreso, a un prestito da 2 milioni e 850 mila euro arrivato a Mora da parte di Giuseppe Spinelli, manager di fiducia di Silvio Berlusconi.
Da quanto si é saputo, gli inquirenti ipotizzano che il direttore del Tg4 abbia trattenuto per sé una parte di quella somma, mentre era in corso la procedura di fallimento della LM Management, la società dei talent scout.
Fede, dopo aver ricevuto un invito a comparire dai pm di Milano Eugenio Fusco e Massimiliano Carducci, è stato interrogato nei giorni scorsi, mentre gli inquirenti hanno sentito oggi nel carcere di San Vittore Mora, arrestato per bancarotta fraudolenta aggravata per il crac da 8,5 milioni di euro della LM Management.
Da quanto si è appreso, le versioni di Fede e di Mora riguardo a quel prestito sono contrapposte e il direttore del Tg4 avrebbe detto di avere ricevuto 400 mila euro, mentre Mora avrebbe spiegato che il giornalista avrebbe preso poco meno della metà della somma.
La vicenda del prestito da parte di Berlusconi, attraverso Spinelli (sia il premier che il fiduciario sono totalmente estranei all’inchiesta) all’agente dei Vip era emersa anche da alcune intercettazioni del caso Ruby, dove sia Mora che Fede sono imputati per induzione e favoreggiamento della prostituzione.
Dalle intercettazioni dell’agosto 2010, infatti, era emerso che Fede avrebbe ‘caldeggiato’ il prestito parlando con Mora al telefono e anche nel corso delle telefonate si faceva riferimento alla possibilità di trattenere una parte della somma.
Nel corso dell’inchiesta sulla bancarotta, i pm hanno avviato alcune rogatorie in Svizzera a ‘caccia’ di possibili fondi trasferiti all’estero dal talent scout.
Da quanto si è saputo, i pm avrebbero individuato una scrittura privata relativa proprio al prestito di 2,85 milioni che sarebbe stato effettuato con tre versamenti, a Gennaio, Marzo e Settembre 2010.
Il fascicolo sul fallimento della LM Management era invece arrivato al tribunale fallimentare di Milano nel dicembre 2009 e i giudici fallimentari avevano dato una proroga di un mese per ripianare la situazione finanziaria.
Il sospetto è che i soldi ricevuti in prestito non siano stati affatto usati per coprire i buchi della società. Nell’inchiesta, inoltre sarebbe indagata anche una terza persona, un factotum di Lele Mora.
Poche le parole concesse da Fede alla stampa: "Come ho già detto altre volte quei soldi sono un prestito che avevo fatto a Lele e che lui mi ha restituito, sapevo che lui era in difficoltà ma non in bancarotta, credo di aver chiarito tutto ai magistrati".
Concetto ribadito anche dall’avvocato Gaetano Pecorella, difensore di Fede: "Il mio assistito non è mai stato socio di Mora, non ha mai avuto interessi in comune con lui, né conosceva come gestisce le sue aziende e tantomeno se fossero in stato di grave insolvenza".
Nei giorni scorsi i pm milanesi Eugenio Fusco e Massimiliano Carducci hanno interrogato Fede, ieri invece è toccato all’agente dei vip.
L’accusa di concorso in bancarotta per Emilio Fede, nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Milano che il 20 giugno scorso ha portato in carcere Lele Mora, é relativa, a quanto si è appreso, a un prestito da 2 milioni e 850 mila euro arrivato a Mora da parte di Giuseppe Spinelli, manager di fiducia di Silvio Berlusconi.
Da quanto si é saputo, gli inquirenti ipotizzano che il direttore del Tg4 abbia trattenuto per sé una parte di quella somma, mentre era in corso la procedura di fallimento della LM Management, la società dei talent scout.
Fede, dopo aver ricevuto un invito a comparire dai pm di Milano Eugenio Fusco e Massimiliano Carducci, è stato interrogato nei giorni scorsi, mentre gli inquirenti hanno sentito oggi nel carcere di San Vittore Mora, arrestato per bancarotta fraudolenta aggravata per il crac da 8,5 milioni di euro della LM Management.
Da quanto si è appreso, le versioni di Fede e di Mora riguardo a quel prestito sono contrapposte e il direttore del Tg4 avrebbe detto di avere ricevuto 400 mila euro, mentre Mora avrebbe spiegato che il giornalista avrebbe preso poco meno della metà della somma.
La vicenda del prestito da parte di Berlusconi, attraverso Spinelli (sia il premier che il fiduciario sono totalmente estranei all’inchiesta) all’agente dei Vip era emersa anche da alcune intercettazioni del caso Ruby, dove sia Mora che Fede sono imputati per induzione e favoreggiamento della prostituzione.
Dalle intercettazioni dell’agosto 2010, infatti, era emerso che Fede avrebbe ‘caldeggiato’ il prestito parlando con Mora al telefono e anche nel corso delle telefonate si faceva riferimento alla possibilità di trattenere una parte della somma.
Nel corso dell’inchiesta sulla bancarotta, i pm hanno avviato alcune rogatorie in Svizzera a ‘caccia’ di possibili fondi trasferiti all’estero dal talent scout.
Da quanto si è saputo, i pm avrebbero individuato una scrittura privata relativa proprio al prestito di 2,85 milioni che sarebbe stato effettuato con tre versamenti, a Gennaio, Marzo e Settembre 2010.
Il fascicolo sul fallimento della LM Management era invece arrivato al tribunale fallimentare di Milano nel dicembre 2009 e i giudici fallimentari avevano dato una proroga di un mese per ripianare la situazione finanziaria.
Il sospetto è che i soldi ricevuti in prestito non siano stati affatto usati per coprire i buchi della società. Nell’inchiesta, inoltre sarebbe indagata anche una terza persona, un factotum di Lele Mora.
Poche le parole concesse da Fede alla stampa: "Come ho già detto altre volte quei soldi sono un prestito che avevo fatto a Lele e che lui mi ha restituito, sapevo che lui era in difficoltà ma non in bancarotta, credo di aver chiarito tutto ai magistrati".
Concetto ribadito anche dall’avvocato Gaetano Pecorella, difensore di Fede: "Il mio assistito non è mai stato socio di Mora, non ha mai avuto interessi in comune con lui, né conosceva come gestisce le sue aziende e tantomeno se fossero in stato di grave insolvenza".
Nei giorni scorsi i pm milanesi Eugenio Fusco e Massimiliano Carducci hanno interrogato Fede, ieri invece è toccato all’agente dei vip.
L’accusa di concorso in bancarotta per Emilio Fede, nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Milano che il 20 giugno scorso ha portato in carcere Lele Mora, é relativa, a quanto si è appreso, a un prestito da 2 milioni e 850 mila euro arrivato a Mora da parte di Giuseppe Spinelli, manager di fiducia di Silvio Berlusconi.
Da quanto si é saputo, gli inquirenti ipotizzano che il direttore del Tg4 abbia trattenuto per sé una parte di quella somma, mentre era in corso la procedura di fallimento della LM Management, la società dei talent scout.
Fede, dopo aver ricevuto un invito a comparire dai pm di Milano Eugenio Fusco e Massimiliano Carducci, è stato interrogato nei giorni scorsi, mentre gli inquirenti hanno sentito oggi nel carcere di San Vittore Mora, arrestato per bancarotta fraudolenta aggravata per il crac da 8,5 milioni di euro della LM Management.
Da quanto si è appreso, le versioni di Fede e di Mora riguardo a quel prestito sono contrapposte e il direttore del Tg4 avrebbe detto di avere ricevuto 400 mila euro, mentre Mora avrebbe spiegato che il giornalista avrebbe preso poco meno della metà della somma.
La vicenda del prestito da parte di Berlusconi, attraverso Spinelli (sia il premier che il fiduciario sono totalmente estranei all’inchiesta) all’agente dei Vip era emersa anche da alcune intercettazioni del caso Ruby, dove sia Mora che Fede sono imputati per induzione e favoreggiamento della prostituzione.
Dalle intercettazioni dell’agosto 2010, infatti, era emerso che Fede avrebbe ‘caldeggiato’ il prestito parlando con Mora al telefono e anche nel corso delle telefonate si faceva riferimento alla possibilità di trattenere una parte della somma.
Nel corso dell’inchiesta sulla bancarotta, i pm hanno avviato alcune rogatorie in Svizzera a ‘caccia’ di possibili fondi trasferiti all’estero dal talent scout.
Da quanto si è saputo, i pm avrebbero individuato una scrittura privata relativa proprio al prestito di 2,85 milioni che sarebbe stato effettuato con tre versamenti, a Gennaio, Marzo e Settembre 2010.
Il fascicolo sul fallimento della LM Management era invece arrivato al tribunale fallimentare di Milano nel dicembre 2009 e i giudici fallimentari avevano dato una proroga di un mese per ripianare la situazione finanziaria.
Il sospetto è che i soldi ricevuti in prestito non siano stati affatto usati per coprire i buchi della società. Nell’inchiesta, inoltre sarebbe indagata anche una terza persona, un factotum di Lele Mora.
Poche le parole concesse da Fede alla stampa: "Come ho già detto altre volte quei soldi sono un prestito che avevo fatto a Lele e che lui mi ha restituito, sapevo che lui era in difficoltà ma non in bancarotta, credo di aver chiarito tutto ai magistrati".
Concetto ribadito anche dall’avvocato Gaetano Pecorella, difensore di Fede: "Il mio assistito non è mai stato socio di Mora, non ha mai avuto interessi in comune con lui, né conosceva come gestisce le sue aziende e tantomeno se fossero in stato di grave insolvenza".
Nei giorni scorsi i pm milanesi Eugenio Fusco e Massimiliano Carducci hanno interrogato Fede, ieri invece è toccato all’agente dei vip.
L’accusa di concorso in bancarotta per Emilio Fede, nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Milano che il 20 giugno scorso ha portato in carcere Lele Mora, é relativa, a quanto si è appreso, a un prestito da 2 milioni e 850 mila euro arrivato a Mora da parte di Giuseppe Spinelli, manager di fiducia di Silvio Berlusconi.
Da quanto si é saputo, gli inquirenti ipotizzano che il direttore del Tg4 abbia trattenuto per sé una parte di quella somma, mentre era in corso la procedura di fallimento della LM Management, la società dei talent scout.
Fede, dopo aver ricevuto un invito a comparire dai pm di Milano Eugenio Fusco e Massimiliano Carducci, è stato interrogato nei giorni scorsi, mentre gli inquirenti hanno sentito oggi nel carcere di San Vittore Mora, arrestato per bancarotta fraudolenta aggravata per il crac da 8,5 milioni di euro della LM Management.
Da quanto si è appreso, le versioni di Fede e di Mora riguardo a quel prestito sono contrapposte e il direttore del Tg4 avrebbe detto di avere ricevuto 400 mila euro, mentre Mora avrebbe spiegato che il giornalista avrebbe preso poco meno della metà della somma.
La vicenda del prestito da parte di Berlusconi, attraverso Spinelli (sia il premier che il fiduciario sono totalmente estranei all’inchiesta) all’agente dei Vip era emersa anche da alcune intercettazioni del caso Ruby, dove sia Mora che Fede sono imputati per induzione e favoreggiamento della prostituzione.
Dalle intercettazioni dell’agosto 2010, infatti, era emerso che Fede avrebbe ‘caldeggiato’ il prestito parlando con Mora al telefono e anche nel corso delle telefonate si faceva riferimento alla possibilità di trattenere una parte della somma.
Nel corso dell’inchiesta sulla bancarotta, i pm hanno avviato alcune rogatorie in Svizzera a ‘caccia’ di possibili fondi trasferiti all’estero dal talent scout.
Da quanto si è saputo, i pm avrebbero individuato una scrittura privata relativa proprio al prestito di 2,85 milioni che sarebbe stato effettuato con tre versamenti, a Gennaio, Marzo e Settembre 2010.
Il fascicolo sul fallimento della LM Management era invece arrivato al tribunale fallimentare di Milano nel dicembre 2009 e i giudici fallimentari avevano dato una proroga di un mese per ripianare la situazione finanziaria.
Il sospetto è che i soldi ricevuti in prestito non siano stati affatto usati per coprire i buchi della società. Nell’inchiesta, inoltre sarebbe indagata anche una terza persona, un factotum di Lele Mora.
Poche le parole concesse da Fede alla stampa: "Come ho già detto altre volte quei soldi sono un prestito che avevo fatto a Lele e che lui mi ha restituito, sapevo che lui era in difficoltà ma non in bancarotta, credo di aver chiarito tutto ai magistrati".
Concetto ribadito anche dall’avvocato Gaetano Pecorella, difensore di Fede: "Il mio assistito non è mai stato socio di Mora, non ha mai avuto interessi in comune con lui, né conosceva come gestisce le sue aziende e tantomeno se fossero in stato di grave insolvenza".
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