E’ giunta pochi minuti fa in Senato, direttamente dalla Procura di Napoli, la richiesta di custodia cautelare ai domiciliari a carico del senatore Pdl, Sergio De Gregorio. La richiesta sarà trasmessa nel pomeriggio alla giunta per le immunità parlamentari, che entro 48 ore convocherà una riunione sulla vicenda.
De Gregorio risulta accusato di associazione per delinquere in relazione ai fondi per l’editoria nell’ambito dell’inchiesta sull’uso illecito dei finanziamenti pubblici a favore del quotidiano L’Avanti, in cui e’ coinvolto anche Valter Lavitola.
Sergio De Gregorio, i lettori più affezionati di Italiachiamaitalia.it lo ricorderanno bene, è quel senatore del PdL che aveva costituito la Fondazione Italiani nel mondo, insieme a quattro parlamentari PdL eletti all’estero: Nicola Di Girolamo, Basilio Giordano, Amato Berardi e Juan Esteban Caselli.
Nicola Di Girolamo è già finito dietro le sbarre perché accusato dai giudici di essere arrivato a Palazzo Madama con i voti della ‘ndrangheta; la procura di Roma sta cercando di fare luce su ciò che riguarda l’elezione di Juan Esteban Caselli in Sud America, elezione che pare sia offuscata da alcune ombre. E ora arriva una richiesta d’arresto per De Gregorio: insomma, questa fondazione Italiani nel mondo non ha portato fortuna a nessuno di quelli che ne hanno fatto parte.
De Gregorio intanto sembra sereno. Ai giornalisti spiega di non sentirsi “un perseguitato”, anche se “qualche dubbio comincio ad averlo. Anche per questo nei giorni scorsi ho inviato ai colleghi parlamentari un memoriale nel quale ripercorro le mie vicende processuali dalle quali sono sempre uscito prosciolto”.
De Gregorio fa sapere che “recentemente il ministro della Giustizia ha aperto un procedimento sulla mia richiesta di approfondimento relativa al sospetto che il mio telefono sia stato ascoltato, cosa che per un parlamentare e’ gravissima. Devo manifestare qualche inquietudine rispetto al fatto che dal 2006 ad oggi, cioè da quando sono diventato senatore, non mi e’ stato risparmiato nulla. Un giudice mi indagò per concorso in associazione mafiosa e riciclaggio su accuse totalmente false. Un altro magistrato chiese la custodia cautelare per il sottoscritto, ma sia il gip che il Riesame che la Cassazione respinsero le accuse al mittente”.
FONDI PER L’AVANTI TRASFERITI ALL’ESTERO Il quotidiano l’Avanti’, dell’ex direttore Valter Lavitola, costituitosi oggi all’aeroporto di Fiumicino, avrebbe incassato, grazie ai fondi dell’editoria, la somma di circa 23 milioni di euro in una quindicina di anni. Parte di questa somma sarebbe poi stata trasferita all’estero. E’ quanto riferiscono fonti di palazzo di giustizia a Napoli.
Dall’inchiesta condotta dalla Procura partenopea trapela che tali fondi sarebbero stati incassati grazie ad attestati per spese dichiarate ma in realtà mai sostenute. Gli indagati sono accusati a vario titolo di associazione per delinquere, bancarotta fraudolenta, emissione di false fatture e riciclaggio.
Dall’indagine condotta dalla Guardia di finanza sarebbe emerso ‘che i soggetti che hanno avuto la gestione della storica testata l’Avanti fin dall’anno 1997 hanno attinto ai contributi previsti dalla legge sull’editoria’. Contributi cresciuti con il passare degli anni ed erogati alla società editrice ‘International press’. Contributi incassati attraverso il frequente ricorso alla produzione di documentazione ‘proveniente da società -spiegano in Procura – collegate agli indagati o comunque compiacenti, attestante spese nella realtà mai sostenute, come ad esempio quelle relative allo strillonaggio’.
Secondo gli inquirenti della Procura di Napoli le somme illecitamente incassate sarebbero state successivamente distratte dalle casse della società editrice e destinate prevalentemente ‘a soggetti domiciliati all’estero attraverso il ricorso a documenti contabili circa costi mai effettivamente sostenuti’.
Due filoni d’indagine seguiti dai pm della Sezione Reati contro la Pubblica Amministrazione della Procura di Napoli, diretta dal procuratore aggiunto Francesco Greco: quello sui fondi dell’editoria all’Avanti e l’altro sulla presunta corruzione a esponenti del governo di Panama per la costruzione di carceri modulari. Riguardo ai fondi sull’editoria alla International Press società editrice del quotidiano l’Avanti sono stati concessi alla presidenza del Consiglio oltre 23 milioni e 200 mila euro. L’attività’ investigativa e’ stata condotta dal Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Napoli.
CORRUZIONE A GOVERNO PANAMA, 18 INDAGATI Valter Lavitola avrebbe fatto da intermediario con il governo di Panama per la realizzazione di carceri modulari nello stato americano. E’ quanto emerge dall’inchiesta condotta dalla Procura di Napoli, che ha indagato nell’ambito di questa vicenda 18 persone.
In questo secondo filone d’indagine sarebbe emerso un quadro indiziario ‘circa la promessa e il successivo sia pure parziale versamento di consistenti somme di denaro o di beni a favore di esponenti del governo di Panama per ottenere quale corrispettivo l’attribuzione di un appalto, poi non affidato per un importo stimato di 176 milioni di dollari relativo alla realizzazione di carceri modulari’.
Dalle carte dell’inchiesta emerge che ‘l’intesa tra gli esponenti di un’azienda italiana e i rappresentanti del governo di Panama e’ stata resa possibile dal ruolo di mediatore svolto da Valter Lavitola, accreditato sia presso il governo di Panama che presso le autorità italiane’. A quanto si apprende i beni promessi fanno riferimento ad un valore stimato di circa 28 milioni di euro mentre le somme effettivamente corrisposte, anche per il mancato affidamento dell’appalto sarebbero di 530 mila euro e 140 mila dollari.
Sul reato di corruzione internazionale commesso nell’interesse di aziende italiane attive nella Repubblica di Panama ha investigato la Guardia di finanza di Napoli. Dei 18 indagati 6 sono stati condotti in carcere, 3 ai domiciliari. Al senatore De Gregorio, la Procura ha chiesto l’autorizzazione all’arresto (domiciliare) al Senato. Per altri due indagati il gip ha disposto la misura cautelare dell’obbligo di presentarsi tutti i giorni alla pg. Ci sono inoltre altri 6 indagati in stato di libertà ma senza essere destinatari di alcuna misura cautelare.
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