Oramai è assodato che le nostre istituzioni democratiche siano sotto attacco. Gli attentati alle nostre sedi diplomatiche, il caso Cospito ed i manifesti che sono comparsi sui muri dell’Università “La Sapienza” di Roma devono fare suonare un campanello d’allarme. Le minacce ricevute dalle nostre figure istituzionali (come il premier Giorgia Meloni) devono fare suonare un altro campanello d’allarme. Come ha detto anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani, l’internazionale anarchica sta attaccando le nostre istituzioni. Anzi, vi è un vero e proprio attacco da parte della realtà del mondo dell’anarchismo.
Sembra che il caso di Alfredo Cospito, terrorista anarchico che è in carcere in regime di 41 bis e che sta facendo uno sciopero della fame contro tale regime detentivo, stia facendo emergere questa realtà inquietante, alla quale si aggiunge anche la questione della mafia.
Ora, il regime del 41 bis è una garanzia. Infatti, un mafioso o un terrorista non deve avere contatti col territorio. Se non fosse così non servirebbe a nulla arrestare mafiosi e terroristi. Come qualcuno ha detto, sembra che Cospito sia diventato l’influencer dei mafiosi, i quali fanno di tutto per fare abrogare il 41 bis. Lo Stato non può farsi intimidire.
Come ho già scritto in un precedente articolo, allentare o abrogare il 41 bis sarebbe una sconfitta. Dunque, è bene essere fermi. Di fronte a simili avvenimenti serve coesione, senza ambiguità. Questo è uno scontro la tra la legge e l’illegalità e la legge deve vincere, anche per rispetto verso le vittime della mafia e del terrorismo.