Si è svolto oggi, in un “clima disteso”, assicurano le parti, il Consiglio di ministri che ha avuto al centro il caso di Armando Siri, che a questo punto è praticamente fuori dal governo gialloverde; lo sarà senz’altro dopo che il presidente della Repubblica avrà dato il via libera alla proposta di revoca dell’incarico da sottosegretario ai Trasporti che il premier Giuseppe Conte ha avviato oggi, al termine appunto di un atteso Consiglio dei ministri.
Alla fine della riunione, il vicepremier Luigi Di Maio ha detto: “In una giornata in cui l’Italia da nord a sud è scossa da inchieste su corruzione, è importante che questo governo abbia dato un segnale di discontinuità. Il Cdm ha deciso di avviare la procedura di revoca dell’incarico ad Armando Siri, non perché colpevole ma perché quando si tratta di inchieste di corruzione e di mafia la politica deve agire prima dei magistrati”.
Lega e Movimento 5 Stelle sono rimasti ognuno sulla propria posizione, anche se non si è reso necessario arrivare a un voto sul caso Siri, indagato per corruzione nell’ambito di un’inchiesta sul fotovoltaico, che avrebbe significato certificare la spaccatura.
Di Maio ha rilanciato, specificando che “tutto si è svolto in un clima disteso, in cui ci siamo detti che bisogna andare avanti a lavorare per i prossimi 4 anni, sui provvedimenti come salario minimo e flat tax, sui quali bisogna lavorare insieme aprendo un tavolo: abbassare le tasse e aumentare gli stipendi”. Dunque il governo per il M5S continua.
Non ha parlato l’altro vicepremier, Matteo Salvini, ma il Carroccio ha lasciato trapelare di aver espresso contrarietà alla decisione del presidente del consiglio di chiedere la revoca del sottosegretario. La Lega, viene spiegato dal partito, difende un principio: non può esserci un automatismo tra indagini e colpevolezza. È un principio di civiltà giuridica che vale per tutti.
Chiuso il caso Siri, l’esecutivo gialloverde prosegue anche per i leghisti, che allontanano ogni ipotesi di rottura: “Troppe cose da fare, autonomia, riduzione delle tasse, flat tax, apertura dei cantieri, sviluppo e infrastrutture: basta chiacchiere e polemiche. Servono fatti concreti”.
Commenta Giorgia Meloni, leader Fdi: “Giusto o meno, penso che abbiamo risolto un problema. Credo che agli italiani delle dimissioni di Siri interessi poco. Agli italiani interessa sapere se il governo aumenterà o meno l’Iva e le accise sui carburanti”. “Ora che abbiamo risolto il caso Siri, spero che il governo si occupi anche di altre cose importanti, In modo che gli italiani abbiano la possibilità di sapere per chi vota e cosa vota”.
Ecco invece la riflessione di Nicola Zingaretti, segretario Pd: “Di Maio e’ ipocrita quando dice che fa dimettere i suoi, perche’ la sindaca di Roma Virginia Raggi non l’ha fatta dimettere. Ogni volta che il governo va male, lui lancia una bomba per distrarre”. Ospite di “Porta a Porta”, in onda questa sera su Rai1, a proposito della revoca dell’incarico al sottosegretario ai trasporti Armando Siri, Zingaretti ha continuato: “Quando un partito diventa un tribunale c’e’ un declino per la democrazia”.