“Ci vuole fantasia, ironia ed una bella dose di faccia tosta nell’accostare i ben noti fatti di attualità che vedono protagonista Mario Caruso con l’esperienza Montiana e con le dinamiche politiche che ne seguirono, approdando ad una ricostruzione storico-politica direi molto raffazzonata, grossolana e volutamente carente di un momento politico vecchio di poco più di 4 anni, in merito al quale non è giustificabile – se non per speculazione – avere finti vuoti di memoria”. Lo scrive il Sen. Aldo Di Biagio, eletto nella ripartizione estera Europa, commentando il pezzo firmato dal nostro Andrea Verde che ricostruisce il percorso di Caruso dalla sua Germania, dove è residente, fino in Parlamento.
“Come al solito – prosegue Di Biagio – ogni occasione diventa preziosa, soprattutto in una stagione preelettorale, per gettare fango contro chi diventa “scomodo” o per dare sfogo a nostalgiche invidie. Ma, devo ammettere, è sempre una piacevole sorpresa apprendere con quanta fantasia e impegno qualcuno tenta, vanamente e ingenuamente, di compromettere la reputazione di chi è “scomodo”: scopro con sorpresa che avrei, da “astuto”, provveduto a stilare le liste elettorali nell’ambito di quel contenitore politico perché “forte delle buone relazioni con Della Vedova” e di presunti complotti che avrebbero condotto all'”eliminazione” di taluni candidati, riducendo il tutto ad un guazzabuglio di affermazioni e illazioni ben distanti da una corretta analisi e aggiungerei simpaticamente passibili di querela”.
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“Accostare forzatamente persone scomode a vicende di questo tipo sembra andare ormai di moda, anche attraverso articoli privi di un filo narrativo, con la sola ambizione di creare nella mente del lettore un’associazione tra la persona scomoda in questione e l’idea di “un illecito”. Peccato che questo esercizio narrativo offenda l’intelligenza del lettore e soprattutto la memoria di chi la politica, la segue, la capisce e la vive”.
“Perché mettere insieme la vicenda di Caruso, la memoria di Tremaglia, l’esperienza Montiana, il presunto ruolo dirimente di Della Vedova, l’astuzia del sottoscritto e la descrizione di un presunto “ricettacolo della parte peggiore della politica italiana” e tanto altro in 68 righe di articolo digitale, merita forse qualche riflessione. Non intendo però alimentare polemiche su illazioni, nei fatti, prive di contenuto, perché mi fermerò qua, ma ci tengo a rassicurare chi si fosse perso qualche passaggio, che sono sempre disponibile a fornire una chiave di lettura reale e veritiera”.
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