Nel centrodestra (e in particolare nel Popolo della Libertà) ci sono fermenti. Si parla di un Berlusconi pronto a mollare e a fare il "padre nobile" del Popolo della Libertà o del partito che egli vorrebbe costruire. Se una cosa del genere dovesse accadere, cosa succederebbe? La risposta potrebbe essere presto detta: l’Unione di Centro di Pier Ferdinando Casini, quell’Unione di Centro che qualche mese fa era data al centrosinistra, potrebbe tornare al centrodestra e con lui potrebbero entrare anche il MAIE (Movimento Associativo degli Italiani all’Estero) di Ricardo Merlo e forse anche Futuro e Libertà per l’Italia di Gianfranco Fini. Dal canto suo, Casini ha "rottamato" il Terzo Polo. Ha fatto ciò quando aveva deciso di avvicinarsi al Partito Democratico di Pier Luigi Bersani, salvo poi tornare sui suoi passi quando il partito di centrosinistra si è avvicinato a Sinistra Ecologia Libertà di Nichi Vendola. La questione della legge elettorale favorisce questi cambiamenti. Con un sistema alla tedesca (proporzionale puro e con sbarramenti), Casini si sarebbe messo con Bersani dopo le elezioni. Con l’attuale sistema, il "Porcellum", Bersani si è alleato con Vendola e Casini è rimasto spiazzato. Il Terzo Polo è stato così "rottamato". Alleanza per l’Italia di Francesco Rutelli si è ricollocata nel centrosinistra e ha proposto il mio conterraneo Bruno Tabacci alle primarie. Quindi, Casini rischia di rimanere fuori dai giochi.
Ecco, quindi, che l’UdC potrebbe rientrare nel centrodestra, come nel 2006. Certo, perché una cosa simile accada, dovranno esserci due condizioni, Berlusconi che fa un passo indietro (facendo il "padre nobile") e il sistema elettorale vigente. Anche la Lega Nord di Roberto Maroni potrebbe rientrare in questo nuovo centrodestra. Però, io penso che il centrodestra non possa prescindere dal presidente Berlusconi. Come candidato premier o come "padre nobile", egli non può non esserci. In secondo luogo, il Popolo della Libertà deve riformare prima di tutto i suoi apparati, cacciando via chi ha sbagliato e gli incapaci e mettendo gente nuova, possibilmente attraverso i congressi. Se non facesse così, il partito potrebbe cambiare nome e simbolo ma rischierebbe il tracollo, di fronte ad un centrosinistra che comunque non avrebbe la maggioranza dei voti.
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