Per l’Udc l’alleanza di governo che nascera’ la prossima legislatura non dovra’ essere un nuovo Ulivo; per il Pd, invece, non ci potra’ essere una grande coalizione. Tra precisazioni e veti incrociati fa fatica a delinearsi il volto della nuova creatura che i progressisti e i moderati pensano di proporre al governo per la prossima legislatura.
L’Udc punta ad essere il ‘baricentro di una nuova proposta politica che raccolga lo spirito del governo Monti’ spiega il leader centrista Pier Ferdinando Casini, che pero’ avverte: questa grande coalizione dovra’ inevitabilmente fare a meno di chi in nome del populismo e della riproposizione di protagonisti della vecchia stagione si ‘autoesclude’ da solo. Allo stesso modo, avverte pensando alle eterogenee alleanze che sostenevano Prodi, ‘non siamo interessati ad allearci con coalizioni morte, superate, che quando hanno governato hanno fallito’. Anche il partito di Bersani, pero’, rivendica un ruolo centrale: il Pd ‘sara’ il pilastro del nuovo governo’ , sostiene Massimo D’Alema. Intervistato dal Messaggero, D’Alema dice no a una riedizione della grande coalizione e annuncia: ‘noi dichiareremo da subito che vogliamo governare con Sel e Udc’. Da quello che il presidente del Copasir prefigura, l’alleanza di governo si fara’ in Parlamento, dopo le elezioni che, quindi, non dovrebbero avvenire con il Porcellum. Ma questo e’ ancora da vedere e dunque, per ora, i futuri alleati vanno ciascuno per la propria strada.
Quella dell’Udc, racconta Casini, guarda all’esperienza Monti e punta ad aggregare, con l’aiuto di Fini, un ‘contenitore che abbia al suo interno politici seri e uomini nuovi’, candidandosi a governare senza ‘prescindere da un’area che ha un forte insediamento sociale e una forte rappresentanza tra gli italiani’ come il Pd. Certo, chiarisce Casini, il ‘centro’ e’ ‘alternativo alla sinistra socialista’. Ma e’ anche vero che in un periodo di emergenza gli schemi tradizionali saltano e ‘noi ci dobbiamo presentare ai nostri elettori dicendo che un’area moderata seria deve porsi il problema di governare senza fratture’. Per questo, da forza politica di riferimento per i cattolici, Casini ripete che mai assecondera’ i matrimoni tra gay, ‘una forzatura del radicalismo ideologico che appartiene solo alla cultura di chi va al Gay pride’, ma lavorera’ per il riconoscimento delle coppie di fatto (apertura che viene accolta con favore da diverse associazioni della comunita’ omosessuale).
Casini, in questi giorni prima della pausa estiva, si cura di mantenere solido il rapporto con Mario Monti, che va a trovare per sapere quali siano i piani del governo per raffreddare le tensioni di una calda estate sul fronte dello spread. Precede il segretario del Pdl, Angelino Alfano, che va da Monti ad illustrare il suo piano di abbattimento del debito attraverso la cessione di beni dello Stato, e con il presidente del Consiglio si informa sul piano alternativo da avviare a settembre per abbattere lo stock del debito, senza dover fare richiesta di scudi antispread. ‘L’abbattimento del debito sara’ il prossimo impegno del governo’ riferisce al termine dell’incontro, non prima di aver lanciato la sua ultima stoccata al Pdl. Il piano antidebito ci sara’, ma su ‘cifre realistiche, non da libro dei sogni’.
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