La direttiva europea delle case “green” è passata nell’Europarlamento. Si imporrà la ristrutturazione (con tanto di cappotto) a coloro che venderanno o daranno in affitto le case, secondo i criteri europei. Si incentiverà l’uso di pannelli solari. Nel 2040, saranno vietate le caldaie a metano.
L’obiettivo dei burocrati europei sarà quello di abbattere le emissioni di CO2 entro il 2050.
Tutto ciò è una follia. Infatti, questa è pura utopia. In primo luogo, la maggior quantità di CO2 proviene da Paesi come Cina e India. In secondo luogo, non esistono prove di una correlazione tra emissioni di CO2 e riscaldamento globale.
Sia chiaro, non sto facendo un’apologia dell’inquinamento, ma la storia parla di cambiamenti climatici nei secoli. Basterebbe documentarsi e leggere qualche libro in più (e non limitarsi ad ascoltare le notizie dei telegiornali) per capire le cose.
Oltre a ciò, stando ai dati del Codacons, ristrutturare le case secondo i principi europei costerà agli italiani una spesa tra i 35 mila e i 65 mila euro. Questo porterà ad una svalutazione degli immobili e sarà un danno per un Paese come l’Italia, la cui maggioranza degli abitanti è proprietaria di almeno una casa. Insomma, si rischia una stangata per tante famiglie.
Quello che l’Unione Europea sta facendo non ha nulla a che fare con la scienza e la difesa dell’ambiente, ma è ideologia mista all’interesse di pochi. Appare evidente, inoltre, che vi sia anche un attacco al diritto di proprietà. Si vuole attaccare anche il diritto alla casa, un diritto fondamentale in una società civile.
Si auspica che il Governo intervenga. Il diritto di proprietà è fondamentale in una società libera e democratica.
A questo punto, sorge questa domanda: l’Unione Europea è pienamente democratica? La domanda è legittima e visto l’andazzo è altrettanto legittimo dubitare della democraticità di questa Ue.