“Il pubblico vuole vedere sempre gli stessi film: bisogna deluderlo, sennò non si farebbe nulla di interessante nell’arte” (Woody Allen)
“Il cinema racchiude in sé molte altre arti; così come ha caratteristiche proprie della letteratura, ugualmente ha connotati propri del teatro, un aspetto filosofico e attributi improntati alla pittura, alla scultura, alla musica”. (Akira Kurosawa, regista giapponese)
“L’essenza del cinema è il montaggio. E’ la combinazione dei momenti delle emozioni umane messe in immagine e formanti una sorta di alchimia”. (Francis Ford Coppola)
“Il cinema è l’opposto della politica: si sa che è finzione ma si può lo stesso raccontare la verità a partire da una storia che tutti sanno essere finta. La politica al contrario pretende di dire la verità, ma poi alla fine è tutto cinema”. (Luc Besson)
DELUSIONE E APPREZZAMENTO ALLO STESSO TEMPO
È possibile che “qualcosa” – diciamo così, genericamente – risulti, allo stesso tempo, apprezzabile e deludente? Dico: contemporaneamente! A distanza di anni, infatti (mi limito a indicare amori e matrimoni, carriere e affari…) le cose cambiano, spesso.
UN ESEMPIO? UN BUON FILM DI MUCCINO
Sulla possibile contemporaneità di un giudizio positivo e negativo, colgo lo spunto dal film “A casa tutti bene” di Gabriele Muccino. Un buon film: esce dalla consuetudine miserabile, volgare e pecoreccia, delle ultime commedie all’italiana; propone attori di qualità, il migliore è Gianmarco Tognazzi, bravissimo Massimo Ghini in un ruolo malinconico e inedito per lui, idem Claudia Gerini, bene Stefania Sandrelli; contiene momenti delicati, coinvolgenti.
MA ANCHE MOLTO DELUDENTE!
Tuttavia il film é anche deludente: non approfondisce, non coglie le opportunità per riflessioni esistenziali, le idee della sceneggiatura sono corte e prevedibili. Il tema delle riunioni, di famiglia o di amici, che finiscono disastrosamente, è ormai logoro, senza almeno un pizzico di estrosa creatività. E di cattiveria.
CARNAGE, THE PARTY
Muccino avrà visto “Carnage” di Roman Polanski? Temo di no. Senza presunzione, consiglio a lui e a tutti coloro che mi leggono con pazienza, di non perdersi “The party”, un piccolo capolavoro. C’è tutto quello che i cinematografari italiani di oggi temono: forse perché, a parer loro, non farebbe incassi.
FILM RAFFINATO, SALA PIENA
Un raffinato bianco e nero, innanzitutto. Un testo teatrale, ma recitato con brio e bel ritmo e colpi di scena. Non c’è un minuto che passi senza incantare con battute profonde o divertenti, perfide e provocatorie. Sala piena ed entusiasta. Per fortuna esiste ancora un pubblico a cui l’intelligenza piace.