Quante volte lo abbiamo scritto su ItaliaChiamaItalia? “E’ solo questione di tempo”, prima o poi i giornali, quelli tradizionali, quelli che già oggi dopo le 10 del mattino sono da buttare, spariranno. La “rivoluzione” sta per iniziare. Già, carta addio: vittima della ‘dura realtà” dei conti in rosso, Newsweek ha annunciato che dal primo gennaio sara’ solo sul web. L’ultimo numero stampato dello storico settimanale sara’ quello del 31 dicembre. L’annuncio del direttore Tina Brown e del nuovo amministratore delegato Baba Shetty sul sito del Daily Beast riflette un trend globale che comportera’ anche tagli di posti di lavoro.
La nuova edizione solo digitale dopo quasi 80 anni di carta stampata si chiamera’ ‘Newsweek Global’ e sara’ ‘una singola edizione mondiale mirata a un pubblico di lettori in movimento che vogliono sapere cosa succede nel mondo in un contesto sofisticato’.
Newsweek Global sara’ sostenuto da abbonamenti a pagamento con contenuti diretti ai tablet e al web, e solo in parte sul Daily Beast.
L’addio alla carta era stato preconizzato nel 2007 a Davos da Arthur Sultzberger, l’editore del New York Times, mentre Oltreatlantico, al Guardian, ci stanno seriamente pensando a fronte di emorragie annuali di 44 milioni di sterline. Negli Usa sono diventati solo online il Times-Picayune di New Orleans e tre quotidiani dell’Alabama, mentre il momento del ‘solo su web’ potrebbe arrivare presto per Variety, la ‘bibbia’ dello spettacolo, appena acquistata da Penske Media. E intanto in Europa El Pais, il piu’ diffuso quotidiano spagnolo, affonda nei conti in rosso: i giornalisti hanno proclamato nove giorni di sciopero a fronte di tagli di un terzo del personale.
Per Newsweek, hanno spiegato la Brown e Shetty, la decisione e’ conseguenza del fatto che, sempre piu’ di frequente, chi si vuole informare preferisce il web. In settembre uno studio del Pew Research Center ha constatato che il 39% degli americani legge le notizie online, oltre al fatto che i possessori di tablet sono in continua crescita: a fine 2012 oltre 70 milioni.
Ma il passaggio al ‘web only’ e’ anche il frutto della ‘dura realta’ di 20 milioni di dollari annuali di ‘rosso’ e dei numeri della distribuzione, dimezzati rispetto al 2007. ‘Prevediamo tagli al personale sia giornalistico che amministrativo, sia negli Stati Uniti che nel resto del mondo’, ha detto la Brown, ex direttrice di Vanity Fair e New Yorker, affrettandosi ad assicurare che il management ‘sta traghettando Newsweek, non dicendogli addio’. La decisione non tocca il marchio, ‘che e’ forte come sempre’, ma ‘le sfide economiche della pubblicazione a stampa e della distribuzione’.
In edicola come News-Week per 10 centesimi a numero per la prima volta il 17 febbraio 1933, il magazine che per decenni ha condiviso con Time il monopolio dei settimanali stava affogando nei debiti due anni fa quando e’ stato salvato dal 92enne miliardario della radio Sidney Harman che lo aveva acquistato per un simbolico dollaro dal Washington Post. Quello stesso anno Newsweek era entrato in joint venture con il Daily Beast, il sito creato due anni prima dalla Brown che lo aveva battezzato in onore del suo romanzo preferito, Scoop di Evelyn Waugh, con il sostegno dell’executive dei media Barry Diller.
Era stato proprio Diller in luglio ad aver anticipato il ‘digital only’, per fare subito dopo marcia indietro, mentre la Brown era sembrata spingere sulla parte cartacea della joint venture con copertine sensazionalistiche (Kate e Diana, Obama gay, la Rabbia Musulmana) cercando in extremis di stimolare le vendite. E’ andata male. Oggi Tina ha affermato che si sta preparando ‘a celebrare l’80esimo compleanno di Newsweek’ il prossimo 17 febbraio: ‘Il rischio – – ha commentato la rivista The Atlantic – e’ che sara’ piuttosto un funerale’.
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