Carramba, non è una sorpresa. Raffaella Carrà compie gli anni, oggi spegne settanta candeline. Buon compleanno dall’Italia. Raffaella è la mammina affettuosa, la zia premurosa, la figlia e la sorella d’Italia: le vogliono tutti un mondo di bene. Donne, uomini, bambini. È piaciuta a tutti, anche in Spagna. Show girl, attrice, cantante, ballerina: tante cose insieme e fatte bene, con grande professionalità in mezzo secolo di carriera. Oltre cinquant’anni di applausi, consensi, riconoscimenti, e anche di critiche.
Persone acide ed esigenti l’hanno accusata di fare sottocultura con i suoi programmi, di mettere in mostra le emozioni facili e sentimenti che oggi non esistono più, e di rappresentare la Tv spazzatura. Ma forse non è così: Raffaella ha superato molte prove, è andata oltre le mode. Una grande donna di spettacolo, se vogliamo. Emiliana di Bologna, romagnola quasi subito a Bellaria, figlia del gestore di un bar, Raffaella Maria Roberta Pelloni alla nascita, è discendente del famoso brigante Stefano Pelloni, citato anche dal Pascoli come “il passator cortese”. Raffaella Carrà, il nome d’arte, è un’idea del regista Dante Guastamagna, appassionato di pittura. Raffaella sta appunto per Raffaello Sanzio, Carrà per il pittore Carlo Carrà.
L’amica della porta accanto Raffaella, protettrice della propria privacy, e dei suoi amori. L’Italia sa di una sua storia giovanile con Gino Stacchini, forte calciatore stella della Juventus negli anni ’60 e seguenti. E della lunga relazione con Gianni Buoncompagni, grande uomo di spettacolo, suo pigmalione e spesso ispiratore e architetto dei ruoli interpretati e vissuti da Raffaella, diplomata a Roma all’accademia nazionale di danza. Altri amori? Non pervenuti, nulla è dato sapere. Raffaella ama la discrezione, il privato per lei è sacro. Contano solo il pubblico e lo spettacolo. “I miei veri unici amori”.
Avrebbe voluto mettere al mondo un figlio, questo sì: un progetto a lungo accarezzato, mai realizzato da lei, assorbita dagli impegni, prigioniera volontaria e felice soprattutto della televisione. Il debutto in Tv come valletta di Lelio Luttazzi nella trasmissione “Il paroliere questo sconosciuto”. Nel ’70 “Canzonissima” con Corrado Mantoni e il primo scandalo. Raffaella appare con l’ombelico scoperto nella sigla della trasmissione. L’Osservatore Romano chiede alla Rai di bloccare tutto. La sigla sparisce e riappare solo in occasione della presenza alla trasmissione di Alberto Sordi in qualità di ospite. Una gentile concessione a Raffaella, che aveva insistito con grandissimo garbo.
L’ombelico scoperto come segno di una rivoluzione, una delle tante proposte da Raffaella d’Italia. Però sempre con simpatia, mai con volgarità. Anche perché lei è una crede in Dio, nello spettacolo e in quello che fa. Una stakanovista vera, instancabile ancora oggi. Coach con Noemi, Piero Pelù e Ricccardo Cocciante in “The Voive of Italy”, il talent show di Rai 2, come risposta ai format analoghi di Canale 5 e Italia 1. Risultato, 14,2% di share, il doppio della media della rete.
Raffaella e Gianni si sono lasciati da tantissimo tempo. A Roma abitano casualmente nello stesso palazzo. “Siamo come quelle vecchie coppie che non si lasciano mai. Anche dopo che si sono separate”, spiega Buoncompagni nel giorno che precede la festa di Raffaella. Settant’anni portati magnificamente, tenuti su da apparizioni televisive, balli, spettacoli. Il caschetto biondo di Raffaella non passa mai di moda. Un taglio di Vergottini nato in maniera del tutto casuale. Lei nasce mora, scura, e così, con il suo nome di nascita, Raffaella Pelloli, appare nel suo primo film nella parte di una bambina, Graziella. Nel cinema ha recitato anche al fianco di Frank Sinatra nel “Il colonnello von Ryan”. Canzonissima, Fantastico 3 con Corrado,
Sabani e Renato Zero, “Pronto, Raffaella?”, un successone ideato con l’ex compagno Gianni Buoncompagni, il “Pranzo è servito”, e nell’84 quel contratto milionario con la Scavolini cucine. È lei, Raffaella, “la più amata dagli italiani”. “Domenica in” e “Ricomincio da due” con Johnny Dorelli.
S’impone lo stile di Raffaella, anni di trasmissioni. Anche in Spagna, la catena nazionale TVE le dà spazio con una monografia “La hora de Raffaella”, e poi con “Hola Raffaella”, prima dell’approdo a Telecinco, il canale spagnolo di Berlusconi. E concerti in giro per il mondo a riempire gli stadi: 60.000 persone, siamo a livello dei Rolling Stones. “Tuca tuca” è un successo planetario. Quello ballato con Alberto Sordi in Tv è semplicemente strepitoso. “Tuca tuca” è del 1970, ha oltre cinquant’anni ma ancora va. A Rimini, al Festival Milleluci a lei dedicato, l’hanno ballato 250 coppie. “Forte forte” e “Rumore” le canzoni di grande successo di Raffaella: enorme audience nel mondo per la conduttrice di dieci programmi abbinati alla Lotteria Italia. Unica donna nella storia della televisione in Italia. L’attore Fabio Canino ha scritto per lei un libro pubblicato da Sperling&Kupfer. Inattaccabile dall’usura del tempo e dal cambio delle mode, in Argentina ha partecipato con Robbie Williams al programma “La noche del diez” con Diego Armando
Maradona. Ma l’artista Raffaella Carrà è andata sempre oltre, sfidando talvolta il limite. Criticata come conduttrice e ideatrice di programmi definiti talvolta con disprezzo nazionalpopolari, è riuscita a non sparire mai e a tornare alla grande sulla scena dopo le interminabili serie di “Carramba, che sorpresa”, “Carramba con fortuna”, e Caramba eccetera eccetera.
Raffaella mito italiano, se vogliamo. Il massimo recente l’ha realizzato l’estate del 2012 a Bologna, stadio Dallara, in occasione del mega concerto per l’Emilia terremotata. Ha usato il titolo di una vecchia canzone di successo per chiedere al pubblico di “fare rumore, molto molto rumore”. L’ha ottenuto, grande sempiterna Raffaella, donna bionica e di spettacolo. Auguri e un abbraccio da quell’Italia maschia e femmina che le vuole bene. Carramba, Raffaella.
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