Secondo notizie riportate sul Wall Street Journal e rilanciate nelle scorse ore da ItaliaChiamaItalia, tra i progetti del presidente degli Stati Uniti Donald Trump ci sarebbe quello di introdurre dazi punitivi su alcuni prodotti europei in risposta al bando Ue, del 2015, sulla carne agli ormoni.
Secondo quanto riportato dal Wsj, l’aumento dei dazi del 100% interesserebbe anche prodotti italiani, veri e propri simboli del made in Italy nel mondo, come la Vespa, appunto.
Roberto Colaninno, 73 anni, presidente e amministratore di Piaggio e numero uno di Immsi, la holding di controllo del gruppo di Pontedera, intervistato dal Correre della Sera è sorpreso: “Ma perché se la prendono con la Vespa, che cosa c’entra con la carne bovina?”, chiede. L’imprenditore mantovano risponde al telefono da Singapore, mentre sta per imbarcarsi su un aereo che lo riporterà in Italia dopo un viaggio di lavoro in Vietnam. “Gli Usa dicono stop alla Vespa? La esporteremo dal Vietnam”, dice il numero uno di Piaggio, sul provvedimento statunitense. E poi sottolinea: “Questa crociata protezionistica ci procura più che altro un danno di immagine”.
A commentare la notizia, tra gli altri, anche l’On. Fucsia Nissoli, deputata eletta all’estero residente negli Stati Uniti, secondo la quale aumentare i dati nei confronti di prodotti che rappresentano l’italianità nel mondo “sarebbe veramente un gesto grave che offenderebbe anche i tanti italoamericani che hanno votato Trump”, “mentre la carne agli ormoni fa male alla salute – osserva la deputata – la Vespa fa bene alla libertà e non fa male a nessuno!”. “Sarà il caso che Trump ci ripensi – chiude Nissoli – se non si vuole dare la zappa sui piedi!”.
Si fa sentire anche Angelo Viro, importante imprenditore di origine siciliana, dirigente del MAIE Centro America, che da Santo Domingo osserva: “Così secondo il Wsj Trump ha intenzione di mettere in atto delle azioni protezionismo ad oltranza e dazi moltiplicati per cento sulle merci provenienti da Europa grande esportatore di prodotti di qualità e di prestigio, di cui finora gli americani hanno potuto godere dentro di una economia di mercato aperto. A chi nuocerà questa decisione reazionaria? Ovviamente al nostro made in Italy e alle nostre imprese più qualificate, ma non solo”.
“Sarà l’ennesima dimostrazione – prosegue Viro – che l’elezione di Trump, voluta fortemente dalle classi piu colpite dalla globalizzazione, in realtà farà male proprio a quelle categorie sociali. I ricchi continueranno a comprare la Vespa e l’acqua minerale San Pellegrino, i meno ricchi dovranno fare a meno di quelle marche e dovranno accontentarsi di bassa qualità seppure a basso costo. Chiudersi al mondo non servirà a creare lavoro autoctono né a migliorare la vita degli americani. Ogni chiusura implica una perdita e l’America di Trump, come la Gran Bretagna di Teresa May, alla lunga perdera’ la sua caratteristica più importante: l’essere l’ emblema della democrazia e della libertà d’impresa nel mondo. Fine del sogno americano. Donald Trump – conclude Angelo Viro – ha ancora tempo per cambiare idea. Noi ce lo auguriamo”.
Sui social tanti italiani, anche molti connazionali residenti all’estero, si fanno sentire con forza e criticano la decisione di Trump. Insomma, il messaggio al presidente Usa, dall’Italia e dagli italiani nel mondo, è chiaro: il made in Italy, Vespa compresa, non si tocca. Ripensaci, Donald.
Discussione su questo articolo