Saranno i toni da campagna elettorale, sarà che Lega e 5stelle per accaparrarsi il consenso tendono sempre di più a evidenziare le proprie differenze. È un gioco che fanno in vista delle elezioni europee, il sistema proporzionale porta anche a questo. Eppure, continuando così, tirando troppo la corda Salvini e Di Maio rischiano di strapparla.
L’ultimo scontro tra Carroccio e pentastellati è sulla cannabis. Già, a volte il tema ritorna nel dibattito pubblico italiano, salvo poi sparire ogni volta e rientrare nel dimenticatoio. Soluzioni vere finora? Nessuna.
Salvini ha detto che farà chiudere a uno a uno i cannabis shop – vendono la cosiddetta erba legale, bassissimo Thc o a base di Cbd -, dall’altra parte il M5S presenta in Parlamento una proposta di legge per legalizzare la ganja sul modello spagnolo.
Ora, ai nostri governanti, e a tutti quelli che la pensano come loro su cannabis e affini, consiglieremmo prima di tutto di informarsi meglio. Perché le cose è bene conoscerle a fondo, soprattutto quando si è ministri della Repubblica.
Senza contare che Salvini sa bene di cosa stiamo parlando: lui si batteva per lo spinello libero all’inizio della sua carriera politica, quando era segretario dei Comunisti Padani e frequentava volentieri il centro sociale Leoncavallo di Milano. Altri tempi.
Torniamo ad oggi. Potete chiudere tutti i negozi cannabis light che volete, tanto la droga – quella vera, quella che fa male, che uccide, che alimenta le casse della criminalità organizzata – si trova sotto casa, nelle strade e nelle piazze delle nostre città. Eroina, cocaina, pasticche. Ovunque. Erba compresa. È il mercato nero, senza controllo, in mano alle varie mafie che guadagnano milioni di milioni. Tutti soldi che sfuggono al fisco, al controllo dello Stato.
Invece legalizzare, come si è fatto in Canada, in diversi stati Usa o ancora in Uruguay, vorrebbe dire avere il controllo di un mercato che c’è, esiste, anche se in Italia si vuol fare finta di niente.
Legalizzare significherebbe migliaia di nuovi posti di lavoro, nuove opportunità di investimento e di guadagno. Con leggi e regolamenti chiari, si toglierebbe una bella fetta di torta alle mafie e si punirebbero i veri spacciatori, non chi si coltiva a casa una piantina d’erba. Il proibizionismo non ha mai portato a nulla, se non – appunto – ad alimentare mercato nero e mafie di ogni genere.
Salvini ci ripensi e sostenga la proposta M5S sulla legalizzazione. E poi si occupi anche della prostituzione di strada, una vergogna ai giorni nostri. Aveva detto che avrebbe riaperto le case chiuse: luoghi sicuri, puliti, controllati da sanità e fisco. Dunque, che aspetta il ministro?