Cari elettori e cari cittadini, mi chiedo se non ne avete abbastanza di essere presi in giro dal vostro guru Grillo parlante, che ogni giorno si sveglia con nuovi propositi, spesso opposti ai precedenti.
Non si può avere ancora fiducia in chi fa e disfa a sua volontà, senza rispettare le linee guida del movimento e ormai neanche i principi di trasparenza con gli iscritti.
1. Dopo aver mistificato l’intera campagna referendaria affermando che l’Italicum era una legge elettorale non costituzionale e proponendo il suo Consultellum, adesso il comico si smentisce dicendo che l’Italicum è la migliore legge possibile e spera che la Consulta la dichiari legittima, rifiutandosi di partecipare al dibattito parlamentare su una legge elettorale condivisibile (si diceva che si poteva fare in due settimane).
2. Dopo aver combattuto il Titolo V riguardo alle province, i costi della politica, il numero dei parlamentari e il CNEL, ora i 5 Stelle dicono che i soldi risparmiati potevano servire per pagare il reddito di cittadinanza.
3. Dopo aver sempre dichiarato che non bisogna essere garantisti verso tutti i politici, sindaci e amministratori pubblici che vengono raggiunti d’avviso di garanzia, ora fa approvare dal Movimento una linea morbida, con il chiaro intento di garantire la permanenza della sindaca Raggi e di altri amministratori in caso di indagini. Questo guru si erge a unico giudice che decide cosa sia giusto o no a seconda di chi viene indagato.
4. Sabato 7 gennaio 2017, l’apoteosi di quel trasformismo che si imputa agli altri: indice un altro voto in streaming per entrare a far parte del gruppo ALDE insieme ai liberali europei, per migliorare, dichiara, la strategia del movimento; piroetta acrobatica, dopo la scelta personalissima di legarsi all’antieuropeista inglese Farage. E ora, la beffa di sentirsi rifiutato dal gruppo fortemente europeista, che non ha accettato Grillo e il suo movimento, perché non affidabile. Aveva votato Sì il 78% di 40.654 (circa 27.500) su 135.000 aventi diritto di voto, neanche un terzo. Mentre circa 13.000 votanti avevano respinto la proposta, criticando fortemente tale decisione di trasformismo politico.
5. Come mai bastano 27.500 persone in streaming per parlare di democrazia? Quando piuttosto questi numeri possono al massimo confermare l’esistenza di una folta schiera di fedeli della religione del web disposti a obbedire senza se e senza ma? Perché si disprezzano tanto le primarie del partito democratico, a cui possono prendere parte tutti i cittadini per decidere chi sarà il segretario e quale linea di partito seguire?
Forse è tempo di chiedersi se valesse la pena non far passare le riforme, solo per mandare a casa Renzi, che le riforme non solo le aveva promesse, ma che le ha in parte anche fatte. E se la disfatta elettorale sul referendum non sia stata prodotta dalle spinte antisistema fatte proprie da un elettorato deluso ma anche illuso: che non vuole rendersi conto di quanto i populisti sgomitino tra loro proprio per cercare di entrare a far parte di quel sistema.
Ci si accanisce contro tutto ciò che fa il governo, che sia un terremoto, un’alluvione, l’arrivo di immigrati, una crisi finanziaria o di mercato di lavoro, come se chiunque altro non dovesse affrontare gli stessi problemi e le stesse difficoltà. Problemi che nella maggior parte dei casi sono stati ereditati dai governi precedenti e che Renzi ha cercato di affrontare e di gestire fin dove si poteva arrivare.
Nessuno ha la bacchetta magica per cambiare le cose in un lampo. Occorre tempo, occorre senso di responsabilità comune per fare le leggi, occorrono cittadini italiani informati sui cambiamenti epocali e che non si fanno infinocchiare da promesse di paradisi terreni e di vantaggi personali.
Quasi la metà dei cittadini che hanno votato contro le riforme oggi dice che riguardo la riduzione dei parlamentari, la riduzione dei costi della politica, l’eliminazione del CNEL, l’eliminazione del senato paritario, inclusa la legge elettorale ITALICUM, voterebbe SÌ. Purtroppo dovranno aspettare dei decenni per ritrovare le condizioni favorevoli che hanno sprecato. C’è solo da sperare che passi una legge elettorale come il Mattarellum 2.0, con un premio di maggioranza che permetta di governare e una soglia di sbarramento del 3-5% che limiti i piccoli partiti. E infine che torni in pista Renzi con il suo attivismo, il suo coraggio, il suo amore per l ‘Italia.
Spero che i cittadini comincino a farsi l’esame di coscienza sull’opportunità persa il 4 dicembre 2016 e che capiscano che né i politici né i leader crescono come i funghi. Non basta cambiare delle persone per risolvere i problemi, poiché spesso avviene il contrario. Chiunque va al governo, deve avere esperienza e sapersi districare nel mare degli interessi di parte che animano gli schieramenti: attuare un programma che soddisfi i bisogni dei cittadini e al tempo stesso rimetta in ordine i conti costerà sacrifici e non impedirà ai populisti di trovare argomenti per attrarre facili consensi tra gli scontenti.
Questa esperienza ha dimostrato d’averla Renzi ed è per questo che vogliamo che ritorni a guidare il Paese.
Discussione su questo articolo