Vi spiego perché la tanto declamata scissione farà male solo a loro: ai rancorosi, agli invidiosi, ai gufi, ai costruttori di magagne, che un giorno sì e l’altro pure, su invito costante dei network e dei giornali grillini (vedi La 7 e il Fatto), si prodigano a inventare nobili motivi politici per giustificare un meno nobile odio, che farebbero meglio a dichiarare pubblicamente, senza se e senza ma.
Da quando Fassina D’Attorre Mineo Civati e compagni si sono allontanati dal partito di provenienza, peraltro senza alcuna pubblica rimostranza dei compagni per la diserzione, hanno avuto modesto richiamo e scarsa esposizione rispetto ai mesi in cui lavoravano alacremente alla disfatta di Renzi. Ergo: la nuova compagnia di bandiera che vola basso sulle orme dei primi, sciogliendo il consiglio di amministrazione che considera straniero, si decida pure a librarsi verso nuovi cieli e nuove mete mostrando al mondo il suo valore. Auguri vivissimi.
Sappiamo fin d’ora la fine che faranno. Saranno silenziati; dagli stessi media che li hanno scandalosamente corteggiati. Se divisi si perde, perderanno anche loro, divisi nella conta e nelle ambizioni personali, ciascuno per sé, alla ricerca di una rivalsa individuale che non comprende e in qualche caso esclude gli altri. Resteranno Di Maio e Di Battista i più richiesti nei prossimi mesi. E si riprenderanno la scena e il consenso. Malgrado le vicende romane.
Aspettiamo tutti il prossimo weekend di paura (?!). E forse assisteremo all’ennesima marcia indietro rispetto a una scissione che tutti sembrano considerare una iattura e che a mio parere, dopo tanto spregio del lavoro fatto dal governo Renzi, è ormai l’unica strada percorribile. Finire sulla graticola ad ogni ora del giorno non fa che alimentare i sentimenti di sfiducia nella politica e vanificare tutti gli sforzi che anche il buon Gentiloni sta facendo per voltare pagina. Il Congresso sarà un feroce redde rationem e nuocerà a tutti? Almeno sarà finito il tiro al bersaglio. E vincerà il migliore, perché un migliore c’è.
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