Grande Marco Zacchera. Concetto chiarissimo, denuncia coraggiosa. Che bello scoprire che in giro ci sono ancora intelligenze solide resistenti ai lavaggi. Però devo dirti una cosa: se Sanremo ti fa schifo sei già fortunato. Io da anni comincio ad avere mal di pancia verso Natale, pensando che mancano solo due mesi alla settimana sanremese e quando arriva, recidiva l’orticaria.
Tu inoltre puoi cambiare canale, mentre nella Repubblica Dominicana dove vivo io c’è un solo canale italiano, Rai Italia, quindi niente alternative. Ingoiare il rospo e basta.
Circa la scaletta di pipponi cannabis razzismo trasgressione, nonchè del sottile piacere di scandalizzare un po’ i benpensanti: da vecchia sessantottina con un occhio di nostalgica simpatia per i figli dei fiori, io rispetto tutte le tendenze, sessuali e non, convinta che siano fatti personali privati e che nessuno abbia il diritto di metterci becco. E appunto perché sono fatti personali, sono d’accordo che sbandierarli in nome del buonismo per fare audience è un’operazione un tantino stronza.
E poi che barba le paternali.
Quanto al fatto mai abbastanza deprecato che queste creme-caramel televisive le dobbiamo finanziare noi (anche noi all’estero, che neanche abbiamo la tv), beh, l’odioso abuso l’ho denunciato più volte, ma il mio pianto è caduto sempre nel vuoto.
Pare che i politici quando si accenna a questo fiore all’occhiello tributario, diventino improvvisamente duri d’orecchio.
Che dire? Cerco di non pensare che per fare l’Italia mio nonno Umberto, uomo colto intelligente e pulito, nella prima guerra mondiale ha buttato tra le stelle alpine del Carso un polmone e (quasi) mezzo. Tu per caso conosci qualche politico disposto a mollare un pezzo di trippa sulle montagne venete per rimediare a un’ingiusta gabella? Ciao.