Il Maie trova divertente la nostra soddisfazione per il recupero dei fondi per la lingua e la cultura nell’assestamento di bilancio. Rispondiamo: nessun rida, anzi, nessun dorma. L’annunciato recupero di 2.6 milioni di euro, infatti, è una seria, decisiva inversione di tendenze rispetto al passato. Il Governo trova 2,6 milioni di euro – ed era tutt’altro che scontato – ed inserisce nel testo di legge questo importante recupero di fondi. E questo è un fatto serio, non un’occasione di divertimento.
Quando si tratta di partite reali per le nostre comunità, occorre che ognuno dimostri un po’ di senso di responsabilità. E con senso di responsabilità questa assoluta novità andrebbe apprezzata. Chi conosce le dinamiche parlamentari dovrebbe saperlo.
Il MEF aveva ridotto, in attuazione della spending review, la spesa del MAECI e questo taglio era ricaduto sulla dotazione del capitolo di bilancio riguardante la promozione di lingua e cultura italiane nel mondo, di fatto annullando l’azione svolta dai gruppi PD di Camera e Senato per aumentare la disponibilità di risorse per gli enti gestori.
Il MAIE, quando queste cose si decidevano, non se ne era nemmeno accorto. Non solo. Il gruppo parlamentare a cui aderisce il MAIE, nella dichiarazione di voto, ha apprezzato e sostenuto quella legge di Stabilità in cui queste cose erano contenute. Non mi pare di ricordare emendamenti o proposte di aumento del capitolo per gli enti gestori da parte del MAIE.
Allo stesso tempo è giusto continuare a tenere alta l’asticella chiedendo al Governo, come noi abbiamo già fatto incontrando il Sottosegretario Amendola, di fare esattamente la stessa cosa nella legge di Stabilità 2017, per evitare che si concretizzi la ricaduta nei prossimi anni ai livelli inizialmente previsti senza i miglioramenti che sono successivamente avvenuti, sia a livello parlamentare che di governo. Per fare della lingua e della cultura italiana la leva strategica per l’internazionalizzazione del Paese, come tutti auspichiamo, occorre continuare a dare segni di discontinuità rispetto al passato e incrementare le risorse.
Caro MAIE, allora, sempre con rispetto, se qualche volta vi impegnaste con noi, sia in sede parlamentare che politica, ad ottenere questi risultati non sarebbe male. Le nostre richieste al Governo, nella maggior parte dei casi, sono simili. Perché non svolgere un’azione comune, almeno sulle cose che ci accomunano? Poi ognuno, in Parlamento e nel mondo, farà la propria parte e i nostri connazionali avranno modo di valutare i fatti, non le parole.
*deputato Pd eletto all’estero, residente in Australia
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