Caro direttore,
ho letto il suo editoriale di ieri (di ieri l’altro, per chi legge, ndr), sotto forma di lettera aperta al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e al leader leghista Umberto Bossi. Per la prima volta, a mia memoria, non sono d’accordo con quanto lei scrive, e provo sinteticamente a spiegarle perchè.
La super manovra varata dal Governo è coraggiosa, ambiziosa, va secondo la mia modesta opinione nella direzione giusta. Viene tolto a chi ha di più. Certo, se potessimo stanare gli evasori e pretendere da loro il "redde rationem" sarebbe meglio, ma i conti impongono interventi sicuri e garantiti dal prelievo alla fonte. Comunque, la rivolta degli oppressi che il suo giornale sta alimentando mi sembra eccessiva. Da quando in qua chi ha un reddito lordo annuo superiore a 150000, ma anche a 90mila euro, viene considerato classe media? E gli altri, allora, sono poveri? Ora mi spiego perchè l’Istat denuncia milioni di poveri, evidentemente si riferisce ai tanti che mantengono il decoro e si considerano perfino fortunati con uno stipendio da 1500 o 2000 euro o poco più, che sono poi la gran parte dei lavoratori dipendenti; a chi bisogna chiedere sacrifici, a costoro?
L’unica proposta che condivido del suo editoriale di ieri è quella di eliminare i contributi statali ai sindacati. Giusto. Ma sarebbe qualcosa da aggiungere a tutto il resto, non certo da sostituire al cosiddetto contributo di solidarietà. A chi propone una stretta sulle pensioni di anzianità dico di sì, ma rientrano in questa categoria anche i vitalizi dei parlamentari?, le pensioni di chi ha lavorato, si fa per dire, per una legislatura? Qui la situazione è drastica, non basta una manovra all’acqua di rose. E già che ci siamo, per quanto mi riguarda eliminerei pure, con effetto immediato, i contributi statali all’editoria. Chi è capace di fare il proprio lavoro, di impacchettare un prodotto di successo, stia sul mercato e col mercato si confronti. Tutti gli altri, chiudano pure baracca, non ne sentiremo la mancanza.
Direttore carissimo, in questa Italia dove la controinformazione di sinistra è onnipresente e ci batte cento a zero, fra il gruppo di De Benedetti, SkyTg24, Rai Tre, Rai News e tutto il resto, se anche i ‘nostri’ giornali, i giornali più vicini a noi che crediamo nel centrodestra, si mettono a remare contro e a fare gli schizzinosi, allora meglio gettare la spugna e andare davvero al voto anticipato, prima possibile.
A sinistra sanno fare bene il proprio lavoro, facciamo bene il nostro, cercando di non annullare gli effetti benefici dei sacrifici annunciati allarmando i mercati con la sensazione della possibile marcia indietro a furor di popolo, saremmo irresponsabili. L’Europa ci guarda.
Mi auguro che il Governo non torni indietro sulla manovra economica; mi auguro che siano ancora più pesanti i tagli ai costi della politica – attendiamo la conferma anche del dimezzamento del numero dei parlamentari -, con la speranza che questa benedetta Italia sia capace di sacrificarsi per non affondare*. Abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità, si dice da più parti: ma di chi si sta parlando?
Con immutata stima, in ogni caso
Ricky Filosa
Direttore responsabile ItaliaChiamaItalia
www.italiachiamaitalia.it
*La parte della lettera evidenziata in grassetto è stata pubblicata oggi su Libero
BELPIETRO RISPONDE
Nel suo editoriale di oggi, il direttore di Libero risponde a "quell’un per cento" di lettori che non condivide la campagna del quotidiano schierato da sempre con il centrodestra. Vi consigliamo vivamente di leggerlo. Nel suo post scriptum, una replica a Ricky Filosa: "Un lettore mi scrive che prima di scagliarmi contro la supertassa, dovrei occuparmi dei contributi all’editoria di cui anche Libero gode. Tranquillo. Al nostro giornale hanno tagliato qualsiasi sostegno da più di tre anni. In compenso di milioni continuano ad incassarne L’Unità, Europa, Terra, Il Manifesto e una serie di giornali semi clandestini. A me va bene che si aboliscano i contributi all’editoria. Ma a tutti. Non solo a chi non canta nel coro della parrocchia di sinistra o di governo".
Il direttore di ItaliaChiamaItalia ha scritto ancora oggi a Belpietro: "Gentilissimo direttore, ho letto il suo odierno editoriale, Ps compreso. Quando ho parlato di contributi all’editoria, mi riferivo ovviamente a tutti, e non solo a Libero. Grazie della sua precisazione, comunque. Contento di sapere che anche lei eliminerebbe i contributi statali all’editoria. A tutti, naturalmente".
Discussione su questo articolo