“Durante il carnevale, gli uomini indossano una maschera in più” (Xavier Forneret, scrittore francese)
“A carnevale tutto il mondo è giovane, anche i vecchi. A carnevale tutto il mondo è bello, anche i brutti” (Nicolaï Evreïnov, drammaturgo russo)
“Carnevale, ogni scherzo vale. / Mi metterò una maschera da Pulcinella/ e dirò che ho inventato la mozzarella./ Mi metterò una maschera da Pantalone,/ dirò che ogni mio sternuto vale un milione./ Mi metterò una maschera da pagliaccio,/ per far credere a tutti che il sole è di ghiaccio./ Mi metterò una maschera da imperatore,/ avrò un impero per un paio d’ore:/ per voler mio dovranno levarsi la maschera,/ quelli che la portano ogni giorno dell’anno…/ E sarà il carnevale più divertente,/ veder la faccia vera di tanta gente” (Gianni Rodari)
“Avete fatto caso che l’ultima domenica di carnevale i cimiteri sono un mortorio?” (Totò nel film Totò cerca pace)
A MILANO FINISCE SABATO
Pochi conoscono la storia (a cominciare dalle le date, variabili!) del Carnevale. Ho già scritto che sono attratto – senza ben capire perché – da questa festa anomala. E ora che col martedì grasso è finito – ma non a Milano, dove proseguirà fino a sabato – abbiate la pazienza che me ne occupi ancora un po’.
LA FESTA DEI MOCCOLETTI…
Chiederò anche aiuto niente di meno che a Johann Wolfgang von Goethe, per capire qualcosa di più. Col martedì grasso, nel XVIII secolo, a Roma c’era la «festa dei moccoletti»: una folla umana in maschera si riversava al tramonto in piazza del Popolo e, con un cero acceso, s’avviava da via del Corso fino alle strade adiacenti, tentando di spegnere il lume degli altri al grido di «morammazzato chi nun regge er moccolo».
LA RIFLESSIONE DI GOETHE
Scriveva Goethe: «Il Carnevale a Roma non è una festa data al popolo, ma una festa che il popolo dà a sé stesso. Il Governo non fa né preparativi né spese. Non illuminazioni, non fuochi artificiali, non processioni splendide, ma un semplice segnale che autorizza ciascuno ad essere pazzo e stravagante quanto gli pare e piace, ed annunzia che, salvo le bastonate, e le coltellate, tutto è permesso… Soprattutto le ragazze e le donne ne approfittano per spassarsela a loro gusto».
È UNA FESTA LIBERTARIA
A Milano il Carnevale ambrosiano come ho detto si chiude sabato. L’Italia è piena di Carnevali (Venezia, Viareggio, Asti) che spesso, ahimè, non riescono a trasmettere allegria, ironia e spensieratezza come vorrebbero, secondo tradizione, in questi tempi cupi. In conclusione penso che il fascino del Carnevale sia legato al fatto che non è una festa obbligata, ma libertaria, senza una data certa: è legata – maschere o no – all’improvvisazione e all’umore di chi voglia parteciparvi. Io partecipo rarissimamente.