Carlo Verdone parla della sua Roma a margine della presentazione del documentario ‘Carlo!’ a lui dedicato. “Zeman aveva capito bene che per far giocare Osvaldo a destra, Destro si doveva un po’ sacrificare sulla fascia. Tenere fuori tutte e due e’ una cosa sbagliata. Mi auguro che la squadra sia pronta per avere un centravanti vero che si chiama Mattia Destro e che e’ giovanissimo. Spero ora solo che la Roma non faccia la scemenza di lasciarselo sfuggire”. Oggi la squadra dei giallorossi “e’ come un mosaico sbagliato – spiega Verdone – con delle pietre preziose che non combaciano. Ci sono buchi fra un frammento e l’altro e quindi evidentemente c’e’ stato un errore nel prendere determinati giocatori che non servivano o che sono ‘doppi’ di altri”.
Ricordando Little Tony, morto la notte scorsa in una clinica romana, l’attore e regista commenta: “è stato un personaggio per la canzone italiana molto importante. L’ho conosciuto solo quattro anni fa a casa di amici comuni. Una persona molto semplice, umile, piena di entusiasmo che ha portato insieme a Bobby Solo il rock in Italia. E l’ha fatto bene. Anche se a modo suo. Era poi figlio di quegli anni Sessanta pieni di persone dignitose e di bella musica sana”.
Durante la presentazione del documentario ‘Carlo!’, Verdone ha parlato della sua carriera: “Sono 34 anni che la mia carriera va avanti. E sono molto emozionato e incredulo di essere rimasto in piedi. Sara’ perche’ forse ho iniziato con la vecchia guardia, ho conosciuto Tognazzi, Gassman, Mastroianni. Insomma con questi personaggi in giro non mi sono mai sentito un vero protagonista. Dopo ‘Bianco, rosso e Verdone’ sono andato un po’ in crisi. Mi sembrava di essere finito, avevo fatto tutti i miei personaggi e ora? Stavo gia’ per tornare all’Universita’ come assistente dell’istituto storico religioso quando Cecchi Gori mi propose di fare Borotalco e mi rimise in corsa”.
Guardando per un attimo al mondo della politica: “Ci vogliono esempi forti nella politica. Oggi sembra manchino figure autorevoli, anche lo stile conta. Non e’ vero che uno a casa propria fa quello che vuole. Diceva Seneca che le pareti di un uomo pubblico dovrebbero essere di vetro”.
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