La vicenda giudiziaria di Giovanni De Luise, per nove anni in carcere da innocente, non è ancora finita. In carcere per un omicidio che non ha mai commesso, ora De Luise sta combattendo per ripulire la sua fedina penale e per avere il risarcimento dopo essere uscito di galera nel 2013.
Ha raccontato gli ultimi sviluppi a Radio Cusano Campus: “Quest’anno abbiamo finito il processo di revisione a Roma. Per me è sempre un calvario. Se oggi mi fermano e mi chiedono se ho precedenti devo dire di sì e quando vedono che sono stato in galera per omicidio scattano tutta una serie di controlli”.
“Le Forze dell’Ordine fanno il loro dovere. Anche dopo il processo questo mio vissuto resterà nei database. La mia fedina penale sarà pulita ma rimarrà il fatto che sono stato in galera per nove anni, seppur ingiustamente. Il processo di revisione – ha continuato De Luise – l’ho vinto ad ottobre. La signora che mi aveva accusato di essere io l’assassino continuava ad accusarmi ma il giudice, fortunatamente, non le ha più creduto. Il tutto grazie anche ai testimoni che, all’inizio, non vennero però creduti. Avessero subito creduto a questi testimoni non sarei finito in galera”.
Quanto ci vorrà per avere il risarcimento? “Sarà lunga. Ci sono delle tabelle. Uno può anche chiedere 20 milioni ma più di 516 mila euro non ti possono dare. L’unica cosa certa è che sono stato in carcere dai 22 ai 31 anni, gli anni più belli della vita. Minimo ci vorranno almeno altri 5 anni. Lo Stato, in questi casi, se la prende con calma. Il mio problema attuale è che avendo ancora la fedina penale sporca non riesco a trovare lavoro. Io sono sempre danneggiato, anche se sono uscito. Ora che devono cacciare i soldi fanno un’udienza ogni 6-7 mesi. Il mio processo si svolgeva settimanalmente e facevo avanti e indietro da Palermo: facevo ogni settimana la tratta da Palermo a Poggio Reale dentro ad un blindato”.