Cara Giorgia Vesaperna,
voglio commentare le tue parole senza polemica, ma rispondendo a tono a ciò che tu hai detto. A differenza di te, io non soffro di ecoansia, quella che sembra la “nuova malattia del secolo”. Io non so neppure cosa sia l’ecoansia. Conosco la ceraunofobia, la fobia dei temporali, della quale in passato soffrivo a causa di un incidente che ebbi con un fulmine. In seguito, superai la fobia (che fu più che giustificata) e oggi sono un appassionato di temporali.
Però, non vorrei parlare di me, delle mie esperienze e delle mie fobie, ma vorrei cercare di fare capire alcune cose. Sia chiaro, io sono il primo a dire che si debba rispettare l’ambiente e che si debba fare sì che ci possano essere le condizioni per uno sviluppo sostenibile. Per esempio, bisogna favorire la raccolta differenziata dei rifiuti e quelle politiche di riciclo e di trasformazione di quei rifiuti che possono essere riciclati e trasformati. Penso ai rifiuti organici che possono diventare biogas. Però, noto nelle tue parole una contraddizione tipica di quelli della tua generazione che si dicono per la difesa dell’ambiente.
Per esempio, quelli della tua generazione (e non solo loro) hanno almeno un telefonino smartphone in tasca. Tu e quelli della tua generazione volete a tutti i costi fare gli ambientalisti integralisti? In tal caso, per esempio, dovreste rinunciare al telefonino. Sapete che per fare un telefonino si deve sfruttare il suolo? Infatti, in apparecchi simili ci sono componenti come oro, rame, ferro e palladio che da qualche parte vengono presi, oltre alla tanto vituperata plastica. Inoltre, i telefonini sono prodotti in Paesi come la Cina, la quale inquina parecchio. Se aveste una posizione coerente, rinuncereste allo smartphone.
Inoltre, la vostra posizione è utopica, perché non tiene conto delle dinamiche umane. Per esempio, si dovettero abbattere dei boschi e mutare i paesaggi per fare le città nelle quali vivete e lavorate.
Termino, facendo notare che il clima muta naturalmente. Basterebbe aprire un libro di storia per capire che (per esempio) nel V secolo e nel XVI ci furono delle glaciazioni che si alternarono a periodi più caldi. Ci furono periodi caldi e freddi che si alternarono anche prima e in seguito. Dunque, basterebbe informarsi di più (per capire le cose) e non limitarsi ad ascoltare una certa narrazione. Sperando di avere dato un messaggio a tutti, mi congedo.