Paolo Capone, segr. gen. Ugl, è intervenuto su Radio Cusano Campus e sulla fase due dell’emergenza coronavirus ha detto: “Non so cosa abbia in mente il governo. E’ veramente complicato seguire la linea di un esecutivo che ha poche idee e anche confuse. Nella fase 1 è stato detto giustamente di tenere aperte le aziende strategiche, ma oggi dobbiamo poter immaginare di far ripartire, anche per aree territoriali e tipologia, tutte le altre aziende, abbassando al massimo il rischio di contagio per il lavoratore. Tutte le aziende produttive in grado di garantire questo dovrebbero poter riaprire quanto prima”.
Sul decreto liquidità. “In un momento come questo dove lo Stato decide di chiudere le aziende, qualcuno si potrebbe aspettare legittimamente che la difficoltà di quelle aziende che sono chiuse appartenga ad un’esigenza di rimborso da parte del Paese. In tutti i provvedimenti realizzati finora non c’è un centesimo a rimborso delle aziende, a cui si dà la possibilità di indebitarsi, ma devono restituire i soldi in 6 anni e la banca decide anche chi può accedere e chi no al finanziamento. Per coloro che accederanno, le prime due rate del prestito serviranno per pagare la propria rata più le tasse. Questa roba non regge. E’ un impianto fatto su un annuncio”.
Sulla collaborazione tra governo e parti sociali. “Per questo governo le parti sociali sono soltanto Cgil, Cisl, Uil, Confindustria e Confcommercio. Non hanno chiara forse la variegata nostra struttura produttiva e il pluralismo sindacale. Il tessuto produttivo italiano è basato essenzialmente sulle piccole-medie imprese, che non sono certo rappresentate da Confindustria”.