A poco più di tre settimane dal referendum sulla riforma costituzionale, spunta un doppio caso sul voto degli italiani all’estero: uno più strettamente politico, con la lettera di Matteo Renzi agli emigrati contestata dai comitati per il No, l’altra più propriamente tecnica e legale che torna di moda praticamente a ogni tornata elettorale, riferita al rischio brogli.
Sul primo punto, già da ieri aveva suscitato malumori l’annuncio di Maria Elena Boschi che agli italiani all’estero, quasi in coincidenza col plico elettorale, sarebbe arrivata una missiva di Renzi. E oggi è stato reso noto il testo.
Per i sostenitori del No (e anche per alcuni osservatori esterni come Enrico Mentana) si tratta però di un’ingerenza. “La lettera inviata da Renzi agli italiani all’estero è un’evidente forzatura” affermano Alfiero Grandi e Domenico Gallo, del Comitato per il No: “la confusione tra ruoli politici (segretario del Pd e nume tutelare del Comitato per il Sì) e istituzionali (Presidente del Consiglio) conferma che c’è qualcosa di sbagliato al fondo delle modalità con cui sono state approvate le modifiche inaccettabili della Carta Costituzionale”.
C’è poi la scarsa sicurezza del voto ingenerata dalle modalità per corrispondenza con cui esso si svolge all’estero, e che oggi è tornata a montare: il Movimento 5 Stelle e Sel hanno presentato due interrogazioni urgenti per chiedere al governo come sono state cambiate le procedure rispetto alle Politiche del 2013, quando si erano creati non pochi problemi.
“Il voto degli italiani all’estero è al momento esposto a interventi truffaldini o a sbagli di ogni tipo – dice Loredana De Petris – E’ preciso dovere del governo mettere il voto del 4 dicembre al riparo da ogni rischio di brogli o di errori e informare il Parlamento di cosa intende fare con la massima urgenza per sanare la situazione”.
Dalla Farnesina fanno sapere comunque che “gli uffici competenti della Farnesina e della rete diplomatico consolare con il Ministero dell’Interno sono impegnati come nelle precedenti tornate elettorali ad assicurare il corretto svolgimento dell’imminente consultazione referendaria”.
Su ItaliaChiamaItalia abbiamo già commentato, a modo nostro, la vicenda brogli all’estero: è una moda, appunto, che torna ogni volta che c’è un’elezione di mezzo. Certamente il meccanismo elettorale fa acqua da tutte le parti, ma finora nessuna modifica è stata apportata a un sistema che pure è criticato da tutti.
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