A soli sette giorni da quelle che sono gia’ state definite ‘le elezioni della paura’, perche’ dal loro esito dipendera’ la permanenza o meno della Grecia dell’eurozona (e, quindi, la salvezza o la catastrofe), il Paese continua ad avvitarsi in una recessione sempre piu’ profonda e allarmante, perche’ rischia di divenire irreversibile. Intanto la gente continua a fare la fila davanti alle farmacie in cerca di medicine introvabili mentre gli addetti del settore turistico si strappano i capelli: a causa della crisi economica e dell’incertezza politica che regna in Grecia, le prenotazioni di natanti sono crollate del 50% rispetto all’anno scorso mentre il flusso delle prenotazioni alberghiere si è contratto fra il 30 ed il 50% – a seconda della destinazione – sin dall’indomani delle inconcludenti elezioni del 6 maggio scorso. Dopo quella data, infatti, si sono registrate anche numerose cancellazioni in hotel a cinque stelle mentre gli albergatori di Atene hanno accusato un calo netto delle prenotazioni del 35%.
L’ultimo segnale di questa drammatica situazione e’ un dato apparentemente positivo: il caotico traffico automobilistico di Atene da qualche mese a questa parte e’ migliorato e la velocita’ media di percorrenza è aumentata dell’11%. Ma non perche’ gli ateniesi siano all’improvviso divenuti piu’ rispettosi del codice stradale, bensi’ perche’ – a causa della crisi e dell’aumento del costo del carburante – l’uso delle vetture private si e’ ridotto di quasi il 30% cosi’ come, nella stessa percentuale, e’ calato l’utilizzo dei mezzi di trasporto pubblici.
Fra le ragioni principali per il diminuito utilizzo delle vetture private vi sono l’aumentato prezzo della benzina (circa 1,80 euro al litro) e l’incremento di altri costi aggiuntivi come tasse di circolazione, assicurazione e manutenzione, tutti motivi aggravati dall’aumento della disoccupazione e dai tagli dei salari e delle pensioni. La crescente disoccupazione, infatti, ha fatto si’ che diminuisse il numero delle persone che usano l’auto o i mezzi pubblici per andare e tornare dal posto di lavoro mentre, per le ridotte disponibilità economiche, sono diventati meno frequenti anche i viaggi e le gite durante il tempo libero.
Nel frattempo, la riduzione nell’uso dei trasporti pubblici si è tradotta in un minore gettito nelle entrate. La società che gestisce la metropolitana, la ferrovia elettrica (Isap) e i tram di Atene ha fatto sapere che il proprio fatturato è calato del 19%. A tale diminuzione ha contribuito anche il sempre maggior numero di passeggeri che non pagano il biglietto perch‚ non hanno soldi o perch‚ rifiutano di farlo in quanto ritengono la tariffa eccessiva (1,40 euro).
Sul precario fronte della sanita’ pubblica, invece, qualcosa dovrebbe muoversi dopo che cinque associazioni di farmacisti greci hanno inviato una lettera congiunta a Horst Reichenbach, responsabile della Task Force della Commissione europea per la Grecia. In essa si chiede di concedere un finanziamento urgente di 1,5 miliardi di euro all’Istituto ellenico per le prestazioni sanitarie (Eopyy) in modo che quest’ultimo possa far fronte ai propri obblighi finanziari nei confronti delle farmacie, molte delle quali rifiutano di fornire i medicinali a credito o a prezzi scontati. Dopo i gravi problemi creati nei giorni scorsi dal rifiuto dei farmacisti di fornire le medicine a credito ai pazienti che godono dell’assistenza sanitaria della Eopyy, ovvero la stragrande maggioranza dei greci, i medicinali ad alto costo per la cura delle patologie gravi dovrebbero ora essere forniti dalle farmacie degli ospedali pubblici in tutto il Paese e anche da quelle gestite dallo stesso Eopyy.
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