Un film collettivo per raccontare Cuba, quella di oggi piena di contrasti, vitale, ricca di musica e di voglia di liberta’. E’ 7 days in Havana, al Certain Regard, un regista per ogni giorno e di estrazione piu’ diversa: Benicio Del Toro, Pablo Trapero, Julio Medem, Elia Suleiman, Gaspar Noe’, Juan Carlo Tabio, Laurent Cantet.
Non e’ un documentario anche se ne ha tutta l’aria: ogni regista ha scelto di incontrare la Cuba che cercava, guardando pero’ con occhi evidentemente stranieri, dunque anche pieni di cliche’, la realta’ che si trovava davanti, soprattutto in relazione ai cubani. ‘Speriamo che quando esca il film i cubani siano ancora piu’ liberi di come li abbiamo conosciuti’, hanno detto i registi presentando la loro opera.
Il giorno di Benicio Del Toro e’ diventente perche’ inventa una situazione spassosa in cui si ride anche sull’inglese parlato dai cubani: s’intitola El Yuma, dove yuma sta per una storpiatura di United States. L’argentino Pablo Trapero ha un protagonista eccellente in Emir Kusturica ed e’ una vera jam session come il suo titolo, mentre Julio Medem racconta di Cecilia indecisa se restare a Cuba o partire per una carriera in Spagna, il palestinese Elia Sulereiman gironzola per la citta’ in attesa di un appuntamento in ambasciata, Gaspar Noe’ racconta la Cuba piu’ arcaica con i genitori di un’adolescente omosessuale che decidono di esorcizzare la figlia, Tabio in Dolce Amergo racconta i tanti lavori di Mirta per portare a casa uno stipendio decente. Infine il francese Laurent Cantet filma La Fuente, una cerimonia religiosa.
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