Gianni Tonelli, deputato della Lega e segretario generale aggiunto del Sap, sulla direttiva del Viminale riguardo i cannabis shop ha detto: “Ha fatto molto bene Salvini, questo è un problema che era latente e che io avevo sollevato più volte. La morte dei giovani e non solo dei giovani riguarda le droghe pesante, ma chi è arrivato alle droghe pesanti è sicuramente passato per la cannabis. La cosa è molto grave. Quando ho iniziato in polizia il problema della droga era emergenziale, ma oggi è diventato generalizzato. Oggi i ragazzi di 12-13 anni hanno già fatto esperienza di queste sostanze. Quando qualcuno dice che legalizzare significa contrastare le attività illecite di spaccio, perde di vista che l’obiettivo delle leggi è la tutela della salute mentale, fisica e culturale. Ad esempio la norma che prevede il furto non è contro i ladri ma a tutela della proprietà. La norma che vieta lo spaccio non è contro gli spacciatori, è una norma che tutela la salute delle persone. Altrimenti se dobbiamo fare solo un ragionamento contro, allora legalizziamo anche il furto. Questa autoreferenzialità in questo tipo di business è qualcosa di assolutamente illegittimo. Dire che il tetracannabinolo debba stare sotto lo 0,5% non ha senso, perché se io mi faccio tre dosi da 0,2% sarò a 0,6%. Dove si è liberalizzato si è riscontrata un’impennata nei consumi di queste sostanze. Non dobbiamo perdere di vista l’obiettivo primario della legge, che è la tutela della salute mentale, fisica e culturale. Chi si dedica alla cultura dello sballo è una persona che non guarda al futuro perché vive il momento, è un modo sbagliato”.
Salvini quando era nei comunisti padani era a favore della legalizzazione della cannabis. “La storia dei comunisti padani va vista in quello che era il contesto dell’epoca. Quello era il momento in cui si era formato il Parlamento della Padania e bisognava che fossero rappresentate varie posizioni. Per Salvini è stato un gioco di ruolo più che una convinzione. Ho molti dubbi sul fatto che Salvini fosse di sinistra”.