Dichiarazione di Marco Perduca, dell’Associazione Luca Coscioni, già presidente del Comitato promotore del referendum sulla cannabis.
“A quanto pare, qualcuno nella maggioranza si è addirittura convinto che ”per garantire la sicurezza in Italia” non solo era necessario un ennesimo decreto ad hoc da parte del governo, ma andava limitata, fino allo svilimento, la legge che otto anni fa ha ri-legalizzato la possibilità di coltivazione e impiego della canapa in manufatti industriali. Il ritorno al buon senso del 2016 aveva creato migliaia di piccole imprese, dando lavoro a decine di migliaia di persone senza alcun danno alla”sicurezza dell’Italia. Ora invece cosa succederà?
Siccome a pensar male in certi contesti di solito ci si indovina, oltre a vietare l’impiego delle infiorescenze e loro derivati nella produzione di resine e oli (quindi in buona sanzionando la parte più diffusa del loro uso industriale), le modifiche previste dal governo vogliono consegnare il settore a imprese “florovivaistiche professionali” – facendo venire in mente potenti lobby di coltivatori, e lanciare un chiaro messaggio al TAR del Lazio che dopo l’estate per la terza volta dovrà decidere circa l’entrata in vigore di un decreto ministeriale che avrebbe di fatto tabellato il CBD.
Il Tribunale Amministrativo del Lazio in passato ha già sospeso le decisioni del Ministro Schillaci perché prive delle necessarie evidenze scientifiche per cui si considera il CBD un principio attivo “talmente pericoloso” che in Italia occorre tenerlo sotto stretto controllo.
Proprio come la decisione sul CBD è contraddizione con quanto previsto dalle Convenzioni dell’Onu e dalle raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’emendamento del Governo non tiene di conto delle recenti decisioni della Commissione europea in materia di nuovi alimenti e presenta anche qualche potenziale contraddizione interna. Se nessun ufficio legislativo dovesse accorgersene prima del voto, proprio come nel caso della carne coltivata, l’Associazione Luca Coscioni non mancherà di attivare tutti gli strumenti a disposizione per denunciarne l’arbitrarietà e contraddizione con le norme europee chiedendone la sospensione”.