Non c’era più uva italiana sulle tavole dei canadesi dal 2010. Sei lunghi anni di assenza che adesso finalmente hanno trovato la parola fine. Infatti si è conclusa in maniera positiva la trattativa tra il governo italiano e quello canadese per riprendere le esportazioni di uva da tavola. La comunicazione è arrivata dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf). La chiave per ripristinare l’export ed arrivare all’accordo, lo ha spiegato il Mipaaf, si è avuta "in seguito al risultato positivo delle valutazioni condotte dagli esperti fitosanitari inviati dal governo canadese nell’ottobre scorso presso le aree produttive di uva da tavola delle regioni Basilicata, Puglia e Sicilia". Quindi nel giro di breve tempo i produttori italiani interessati all’export in Canada potranno avviare le procedure necessarie per riprendere l’export.
"Si tratta – ha concluso nella sua nota il Mipaaf – di un risultato importante per tutto il settore dell’uva da tavola italiana. Frutto del lavoro del Ministero in stretta sinergia con le associazioni dei produttori e le istituzioni regionali interessate".
Nel 2010 l’importazione di uva italiana da tavola era stata bloccata dalle autorità canadesi per il ripetuto ritrovamento
di parassiti compresi nella lista di quarantena del Canada. L’Italia produce 1,268 tonnellate di uva da tavola, su una superficie coltivata di circa 35.000 ettari e la maggioranza della produzione arriva dalla Puglia che, da sola, raccoglie il 70% del totale. Numeri che fanno dell’Italia il primo produttore europeo, e tra i primi al mondo, anche se negli ultimi anni si è assistito a una progressiva diminuzione delle superfici coltivate.
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