Il 9 aprile 2022, si è tenuta ad Ottawa l’Assemblea Paese per l’elezione del/della Rappresentante del Canada in seno al CGIE (Consiglio Generale degli Italiani all’Estero). La comunità italiana della Circoscrizione Consolare di Montreal si è presentata numericamente penalizzata rispetto alla rappresentanza di altre Circoscrizioni Consolari in Canada a causa dell’impossibilità del Comites di Montreal di procedere in tempo utile alla cooptazione di quattro componenti canadesi di origini italiane, come prevede la Legge. Malgrado che la decisione, di procedere alle cooptazioni, fosse stata adottata dal Comites all’unanimità, alla prima seduta il 16 dicembre 2021.
Stando ai fatti, ci risulta che la maggioranza dei componenti del Comites (7/12) per ben due volte abbia sottoscritto la propria posizione e presentato delle richieste: la prima, di rifare le elezioni del/della Presidente – seguendo le indicazioni dello stesso Direttore Generale della Direzione Generale per gli italiani all’Estero; la seconda, dopo che il contestato presidente si è rifiutato di inserire all’ordine del giorno della riunione la ripetizione delle elezioni del Presidente, di discutere in Assemblea la mozione di sfiducia nei suoi confronti. Mozione sottoscritta dalla maggioranza dei componenti del Comites (7/12) e presentata ai sensi dell’art. 10, comma 2 della Legge 286/2003.
Abbiamo avuto modo di leggere il verbale della prima seduta del 16 dicembre 2021, redatto dalla legittima segretaria, approvato e sottoscritto dalla maggioranza, in occasione della riunione del 23 febbraio 2022.
Dalla lettura di tale verbale si evince chiaramente il tentativo del rappresentante della Console Generale, di indirizzare l’assemblea a favore dell’elezione di uno dei due candidati alla presidenza:
1) permettendo ad un Componente del Comites che si trovava in Italia di partecipare in modo virtuale alla prima seduta, oltretutto attraverso il computer dello stesso candidato alla presidenza, senza che, di questa decisione, ne avesse mai informato in anticipo tutti i componenti del Comites;
2) perorando la tenuta del voto palese per l’elezione del presidente, adducendo in maniera molto sempliciscitca che “la legge non è chiara”.
Va da sé che, qualora ci fosse stato il voto segreto, l’esclusione di quel Componente che partecipava in collegamento dall’Italia sarebbe stata inevitabile.
Secondo noi invece la Legge 286/2003 è chiara, bastava semplicemente interpretarla con un minimo di buon senso. In effetti, almeno in due casi la Legge fa riferimento al voto segreto : il primo, in maniera implicita, per l’elezione dei componenti del Comitato Esecutivo, limitando le preferenze (Art.11 comma 1 Legge 286/2003); il secondo, in maniera più esplicita, per l’elezione dei cooptati. Ma per l’elezione del presidente, secondo il Rappresentante della Console Generale, “la Legge non è chiara”.
Giusto a complemento d’informazione ci risulta che il Consolato Generale di Vancouver abbia negato ad un componente di quel Comites la possibilità di partecipare in modo virtuale alla prima riunione. Perchè invece a Montreal è stato permesso?
In ogni caso giova ricordare che, storicamente, l’elezione del presidente del Comites, alla prima seduta, è sempre avvenuta a scrutinio segreto. Bastava che il Rappresentante della Console Generale prendesse visione dei primi verbali di tutti i Comites di Montreal precedenti conservati agli archivi del Consolato.
Dunque, fin dal 20 di dicembre 2021, la maggioranza dei neo-eletti componenti del Comites di Montreal avrebbe chiesto, a varie riprese, di ripetere l’elezione del Presidente. La stesso Direttore Generale della Direzione Generale per gli Italiani all’Estero del Minstero investito del caso avrebbe risposto, sempre nel dicembre 2021 : “La votazione relativa al Presidente potrà comunque essere ripetuta se, all’inizio della prossima seduta, si esprimerà a favore della ripetizione del voto la maggioranza dei membri del Comitato.”
Ma vediamo più a fondo la dinamica dei fatti! Fine febbraio 2022, terminata l’emergenza COVID-19, riprendono le attività sociali e il contestato presidente del Comites convoca finalmente la seconda riunione per il 1° marzo 2022 ed invia “urbi et orbi” insieme alla convocazione un verbale riferito alla riunone del 16 dicembre 2021, da egli stesso arbitrariamente redatto, mai discusso né approvato dal Comites. I sette consiglieri rispondono a tale convocazione, inviando, sia ai componenti del Comites che alle Autorità diplomatiche, il verbale redatto dalla legittima segretaria della prima riunione e firmato da tutti i sette, unitamente a due richieste: la prima, che la riunione venisse anticipata al 23 febbraio 2022, a causa delle incombenze urgenti del Comites : il pagamento dell’affitto sede e le cooptazioni, che dovevano avvenire prima della convocazione da parte dell’Ambasciata dell’Assemblea Paese per l’elezione del CGIE; la seconda, seguendo le indicazioni della Direzione Generale per gli Italiani all’Estero, di inserire all’ordine del giorno la ripetizione dell’elezione del Presidente.
A tali richieste della maggioranza, il contestato presidente risponde accogliendo la prima, anticipando quindi la riunione al 23 febbraio 2022; mentre per la seconda risponde con le seguenti motivazioni e sottolineature: “È qui appena da ricordare che l’elezione del Presidente si è già legittimamente e definitivamente svolta, ai sensi dell’art. 10, 1°comma l. 286/2003. ……Alla luce di tali argomentazioni, la richiesta di modificare l’ordine del giorno, inserendovi il punto ‘Elezioni del presidente’, è respinta, non figurando, nella legge 286/2003, la ‘ripetizione’ del voto sull’organo presidenziale.” Sic.!
A questo punto la magioranza dei componenti del Comites preparano e sottoscrivono una mozione con la quale chiedono le dimissioni, immediate e irrevocabili, del contestato presidente e chiedono che tale mozione venga inserita all’ordine del giorno della riunione del 23 febbraio.
Il contestato presidente, ricevuta la mozione di sfiducia, firmata da sette consiglieri, invece di comunicare il nuovo ordine del giorno, informa tutti che la riunione è stata annullata con il pretesto di aver egli stesso presentato ricorso al Ministero avverso la mozione di sfiducia, in base all’art. 24 della Legge 286/2003.
Quindi, una mozione di sfiducia che non è mai stata né discussa, né approvata, in riunione diviene oggetto di ricorso e quindi per le Autorità Consolari sufficiente per paralizzare il Comites.
Si è appreso poi che tale ricorso sia stato respinto dalla Direzione Generale del Ministero e il contestato presidende abbia presentato una richiesta di riesame sulla base di argomentazioni, al momento ancora sconosciute.
Intanto, il 23 febbraio 2022, la maggioranza dei componenti del Comites si è riunita lo stesso in seduta pubblica e, in presenza di cuorum (come prevede la Legge, la metà più uno dei componenti in carica), ha deliberato, approvando e sottoscrivendo il verbale della prima riunione del 16 dicembre 2021 redatto dalla leggittima segretaria e, dopo aver aggiornato la seduta, la stessa maggioranza ha approvato e sottoscritto le dimissioni, immediate e irrevocabili, del contestato presidente. (per la Console Generale la riunione non è valida). Al momento non è dato sapere perchè!
Intanto la stessa Console Generale, decide di convocare i consiglieri del Comites ad riunione, per il 2 marzo, presso l’Istituto di Cultura, con l’obiettivo esclusivo di trovare un accordo sulla redazione del verbale della prima seduta, quella del 16 dicembre 2021.
A tale convocazione i componenti della maggioranza chiedono alla Console Generale se si tratta di una riunione Comites, come previsto dal comma 3, Art.10 della Legge 286/2003 e chiedono una seduta pubblica in maniera che i cittadini vi potessero assistere. Inoltre chiedono alla Console Generale di accedere alla documentazione e alle prove sulle quali il contestato presidente aveva presentato prima il ricorso e poi, dopo il respingimento di questo, l’istanza di riesame.
La Console Generale decide di ignorare le richieste della maggioranza alle quali non risponde nemmeno. I sette componenti del Comites quindi decidono a loro volta di non aderire a detta convocazione.
In conclusione, ci sembra di capire che : la superficialità, la mancanza di esperienza, la scarsa conoscenza della comunità italiana e forse un pizzico di arroganza delle Autorità Consolari italiane, unito alla voglia di imporsi ad ogni costo del contestato presidente, abbia determinato la situazione di stallo in cui versa ancora oggi il Comites di Montreal.
Peccato! Peccato veramente, perchè a ben vedere in tutta questa triste storia la comunità italiana è presa in ostaggio da qualcuno/a che evidentemente ha interesse a che il Comites di Montreal non sia in condizioni di operare.
Oltre ad aver perso quattro mesi di attività, tra Covid-19 e assurde prese di posizione, tra qualche settimana, i Comites saranno chiamati a svolgere uno dei loro compiti fondamentali : dovranno, per Legge, esprimere il parere sulle richieste di contributi degli Enti gestori dei corsi di Lingua e Cultura italiana e dei Giornali in lingua italiana che operano nella Circoscrizione Consolare di Montreal.
Pertanto, qualora la situazione di stallo perdurasse, quella mozione di sfiducia, inizialmente indirizzata al contestato presidente, potrebbe investire anche le Autorità consolari italiane a Montreal che certamente non sono estranee a questo caos!
Credo sinceramente che la comunità italiana di Montreal meriti molto di più.
Giovanni Rapanà
Già presidente del Comites di Montreal (1998-2004)
Già Componente del CGIE e Vice-Segretario Generale per i Paesi anglofoni extraeuropei