“È stato approvato in aula sabato 8 dicembre un nostro ordine del giorno per impegnare il Governo a non assegnare un contributo inferiore al 95% alle Camere di Commercio Italiane all’Estero, della dotazione globale del capitolo 2501. Stiamo lavorando con impegno tutti uniti nell’interesse di noi italiani all’estero anche in questi momenti difficili per l’Italia e l’Europa”. Così i deputati eletti all’estero Simone Billi e Luís Roberto Lorenzato (Lega) e Mario Borghese (Maie) cofirmatari di un ordine del giorno nell’ambito della legge di bilancio.
Questo il testo.
“La Camera,
esaminato l’Atto Camera 1334, recante Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021,
premesso che:
le Camere di Commercio italiane all’estero (CCIE) riconosciute dallo Stato italiano sono 77, operanti in 55 Paesi del mondo; associano, su base volontaria, 20.000 imprese, sviluppando annualmente più di 300 mila contatti di affari.
• Le CCIE sono connesse “a rete” in un sistema di promozione, radicato sui territori esteri, che costituisce un punto di riferimento per le comunità di affari italo-locali e un supporto di servizio alle piccole e medie imprese italiane;
• le CCIE, ai sensi delle leggi n. 518 del 10 luglio 1970 e n. 549 del 1995, sono destinatarie annualmente di un cofinanziamento sul valore dei programmi di promozione realizzati, nell’ambito delle disponibilità di cui alla tab. 3 — Stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico, al cap. 2501;
• ogni anno viene effettuata la ripartizione delle disponibilità sul capitolo sulla base del valore dei programmi presentati allo stesso Ministro dello sviluppo economico, che nel 2018, sulla base di un percorso seguito negli anni precedenti, ha riguardato il 100% dei fondi disponibili sul cap. 2501, pur rimanendo largamente insufficiente a cofinanziare le spese sostenute dalle CCIE;
• sulla base delle percentuali di contribuzione degli scorsi anni, la contribuzione pubblica a favore delle CCIE si è collocata, in media, a meno del 30 per cento della spesa rendicontata, rispetto alla previsione normativa di un massimo del 50 per cento; tali organismi hanno visto, in sei anni, ridurre sensibilmente il cofinanziamento pubblico, mettendo a repentaglio la continuità di servizio, la capacità di rappresentanza degli interessi imprenditoriali all’estero, nonché l’attivo supporto ai processi d’internazionalizzazione delle piccole e medie imprese italiane;
• nell’anno 2018 il Ministero dello Sviluppo Economico ha ricevuto programmi di attività delle Camere per una spesa prevista superiore a 36 milioni di euro
Impegna il Governo
a valutare la necessità, di destinare e le risorse assegnate al Programma 3.2 di sostegno all’internazionalizzazione delle imprese e alla promozione del made in Italy al supporto delle attività delle Camere di commercio italiane all’estero assicurando alle stesse, in sede di ripartizione del cap. 2501 un contributo comunque non inferiore al 95 per cento della dotazione globale del capitolo, per realizzare un più adeguato cofinanziamento della spesa sui programmi promozionali già realizzati nell’anno 2018 con risorse proprie”.