“La vita è una lunga preparazione per qualcosa che non succede mai”. (W.B. Yeats)
“Beato colui che non si aspetta nulla perché non sarà mai deluso”. (Alexander Pope)
“Esistono solo tre fonti di delusioni: passato, presente e futuro”. (Alessandro Morandotti, aforista italiano)
“Le delusioni sono speranze che si sono sbagliate”. (Mario Vassalle, scienziato)
PER CAMERA E SENATO CANDIDATURE DEBOLI
Presumo che le votazioni per le presidenze di Camera e Senato ci consegneranno rappresentanti di stretta osservanza partitica anziché protagonisti super partes, di alta e indiscutibile qualità. Siamo arrivati al gran giorno: dalla notte del 5 marzo, per due settimane e mezzo (non è un tempo troppo lungo?) ci siamo scervellati sui possibili sviluppi post elettorali. Ora mancano poche ore, così almeno sembra, alla soluzione del rebus: secondo indiscrezioni, si va verso un accordo (impervio, molto faticoso) tra grillini e centrodestra.
SENATO A FORZA ITALIA, CAMERA 5STELLE? MAH…
La presidenza del Senato andrebbe, così dicono tutti, a Forza Italia, e quella della Camera ai 5Stelle. Non voglio però occuparmi di questo, anche perché l’esperienza insegna che fino all’ultimo voto le sorprese sono possibili: ricorderete, per fare un solo esempio, quando un insigne personaggio come Giovanni Spadolini fu battuto – per un voto – da Carlo Scognamiglio, che non ha lasciato né tracce né memoria. Vedremo.
Dubito che i candidati considerati favoriti oggi (Fico alla Camera, Romani al Senato) arrivino primi al traguardo.
QUAL È IL MERITO DEI CANDIDATI?
Alla vigilia, preferisco una riflessione da utopista, quale fui, sono e sarò: non leggo e non sento circolare nomi di imponente e indiscutibile valore. Ricordo invece personaggi memorabili, i primi che mi vengono in mente sono Sandro Pertini, il socialista partigiano, e Nilde Iotti, ex compagna di Palmiro Togliatti e comunista storica. Ma ce ne furono molti altri. Così come, anche prima di oggi, abbiamo avuto forti delusioni: mi limito a citare, per ragioni diverse, Gianfranco Fini e Laura Boldrini.
E IL CAMBIAMENTO QUALE SARÀ?
E allora, sempre da utopista, mi chiedo: ma non erano, queste, le elezioni che dovevano introdurre la stagione del cambiamento? Temo che gli entusiasmi iniziali si stiano troppo presto logorando. Il leader della Camera è la terza carica dello Stato, il presidente del Senato è la seconda, il personaggio che sostituirebbe il presidente della Repubblica in caso di necessità. I prescelti saranno uomini di garanzia, super partes, all’altezza delle aspettative, in grado di presiedere con la forza del loto carisma? Ne dubito.