Il “rospo” Santanché dopo quelli del no all’IMU e all’aumento dell’Iva, è risultato troppo grosso anche per il gozzo pure capace di Pd e Scelta Civica. Dunque il voto per la candidata “ufficiale” del Pdl a sostituire Maurizio Lupi, nel frattempo diventato ministro, alla vicepresidenza della Camera, è stato rinviato dopo una mattinata di agonia e mentre il Movimento 5 Stelle lanciava un appello al Colle, con Grillo che sul suo blog chiede un incontro con Napolitano e scrive che invita “il capo dello Stato ad andare in tv a dire la verità agli italiani sulla crisi” e a “imporre la cancellazione del Porcellum”, ma anche a “sciogliere il Parlamento”, perché “questa agonia non può durare”, avvertendo che occorre stare attenti poiché l’italiano “può diventare feroce”.
Tornando al caso Santanchè, ci sono i deputati del Pd, che non avrebbero mai pensato di votare Daniela Santanchè, ma ci sono anche quelli del Pdl, che preferirebbero scegliere un altro collega. Secondo gli osservatori, anche se il “patto di maggioranza” che sostiene il governo Letta, è basato sul presupposto che la carica di vicepresidente spetti al partito di via dell’Umiltà, un brutto scherzo di franchi tiratori potrebbe favorire alla fine un candidato di Sel o del M5S.
D’altra parte nel Pd è bufera: Giuseppe Civati, per esempio, ha scritto un post esplicito, intitolato espressivamente: “Dal giaguaro alla pitonessa”. Ma a storcere il naso (e serrare la bocca per non mandare giù il boccone), è anche una parte del Pdl, quella delle “colombe” che vede nelle elezione del primo candidato premier (prima donna in Italia) de La Destra, che prese il 2,096% al Senato, il 2,428% alla Camera (e quindi non fu eletta), un modo per fermare i vari “falchi”, mentre gli azzurri della prima ora non vogliono una ex aennina ai vertici della nuova Forza Italia e sono pronti a votarla alla vicepresidenza della Camera pur di tenerla fuori dai giochi.
Dall’83 al 95 moglie di Paolo Santanché, chirurgo estetico che aveva uno yacht chiamato “Bisturi”, laureata in scienze economiche e con un figlio, Lorenzo, dall’imprenditore Canio Mazzaro (che la lasciò per Rita Rusic), donna dura e vicinissima a Berlusconi, da difendere con l’elmetto, le urla e gli insulti, politicamente formatasi alla corte di Cirino Pomicino, quando aveva ventidue anni fu intervistata in una trasmissione tv che si chiamava “Viva le donne”, condotta da Amanda Lear, dove le chiesero a quale programma televisivo avrebbe voluto partecipare e lei rispose: al telegiornale; poi le chiesero cosa volesse fare da grande e lei rispose: il ministro del Tesoro.
Su Repubblica il primo articolo che parla di lei è dell’estate del 1995, scritto a Porto Raphael, località della Costa Smeralda che Wikipedia descrive come “ampia zona fitta di macchia mediterranea dove si trova un importante porto per yacht e numerose ville blindate di personaggi importanti” e vi si legge di una festa notturna precipitosamente interrotta dall’arrivo dei carabinieri. Presenti Alba Parietti, Heather Parisi, Dalila Di Lazzaro, Eleonora Brigliadori, Umberto Smaila, Adriano Panatta, Corinne Clery e lei, naturalmente, tutte insieme a festeggiare un po’ troppo vistosamente il compleanno del primo marito, chiamato (al tempo) il “mago delle tette rifatte”. Lei si è raccontata in un articolo intitolato “Daniela story”, a Antonello Capurso sul Foglio, descrivendosi come bambina vivace e picchiata da genitori burberi e severi. Sicché, senza dover essere esperti di Freud, è facile comprendere di quale Super-Ego sia dotata la principale dei “falchi” del Pdl, con un senso continuo di oppressione e di non appagamento.
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