Dovremo impararlo tutto, non solo la prima strofa e quel crescendo con rollio sulle parole ‘l’Italia chiamo” che infiamma gli spalti (o suscita i fischi). L’Inno di Mameli non dovra’ piu’ essere soltanto questione da stadi, e per questo entrera’ presto nei programmi didattici. Un anno dopo le celebrazioni del 150\mo dell’Unita’, fa infatti un passo avanti, con l’approvazione in sede legislativa alla Camera, la legge che ne prevede l’insegnamento nelle scuole del primo ciclo.
Le polemiche scatenate in Alto Adige, con Bolzano che si e’ autoesentata, sono state aggirate con un esplicito richiamo al rispetto delle minoranze linguistiche. Cosi’ quella che la Lega definisce una ‘legge di stampo fascista’, motivo per cui il Carroccio ha votato contro, e che per Pd e Pdl, che l’hanno proposta, e’ un atto doveroso per promuovere la conoscenza della storia d’Italia, e’ stata approvata dalla Commissione Cultura con il ‘si’ anche della Svp, rappresentante delle istanze Altoatesine.
Il ddl, che unifica due distinte proposte di legge di Maria Coscia (Pd) e Paola Frassinetti (Pdl), promuove l’insegnamento dell’Inno nelle scuole e istituisce la ‘Giornata dell’Unita’ nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera’ il 17 marzo; per le deputate ‘il fatto che abbiamo risolto qui la questione Altoatesina facilita le cose anche al Senato’. Per venire incontro alla recriminazioni della minoranza di lingua tedesca, e’ stato aggiunto un emendamento in cui si precisa che la legge si applica a tutte le scuole, ma nel rispetto delle minoranze tutelate dall’articolo 6 della Costituzioni. ‘A questo punto – dice Frassinetti – non si potra’ nemmeno dire che i ragazzi saranno obbligati a cantarlo. Di canto nel testo non si parla, si dice espressamente ‘insegnamento’. Conoscendolo sara’ piu’ facile anche cantarlo’.
Mentre per il Pdl e’ ‘una giornata felice per l’Italia’, perche’ ‘finalmente si pongono le basi per rinforzare tra i giovani un sano e consapevole sentimento patriottico’ e il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, parla di ‘felice intuizione’, la Lega recrimina contro una legge ‘di stampo fascista che obbliga i bambini a imparare un inno che parla di schiavi e di chiome tagliate’: ‘Fino a quando – spiega il suo no Davide Cavallotto – non verranno rispettate le nostre lingue, come il piemontese e il veneto, e riconosciute dallo Stato centrale non ci potra’ essere rispetto per chi opprime la liberta’ di popoli con millenni di storia’. Gli risponde indirettamente il Coordinatore nazionale del Pdl Ignazio La Russa: "Il Canto degli Italiani è parte integrante della nostra storia, del nostro essere tutti figli della stessa Patria, quella Patria per la quale in tanti hanno sacrificato la propria vita. I valori dell’Unità nazionale da oggi sono piú saldi".
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