Anche se nessuno ne parla e la Siae si è offerta di contribuire (ma solo contribuire) alle spese, a tre mesi dalla sua morte Franco Califano è ancora insepolto: un corpo che si decompone in un loculo pubblico del cimitero di Ardea, in attesa di un luogo dove farlo con dignità maggiore e come si conviene, per una umanità uscita dalla sua origine ferina. Anche ad Ettore, infine, fu accordata dal fiero Achille sepoltura, ma non al “Califfo”, che negli ultimi anni non navigava nell’oro e nel 2009 aveva chiesto di poter usufruire della legge Bacchelli, che prevede un sussidio mensile per quanti abbiano dato lustro, in vita, alla cultura italiana, senza risposta, naturalmente, come accaduto a tanti; come Dario Bellezza, lasciato morire da accattone, di freddo e di fame alla Stazione Termini della splendida e civilissima Roma.
In una nota della Società Italiana degli Autori ed Editori, di due mesi fa, si leggeva che “sentito il Commissario straordinario Gian Luigi Rondi e il presidente designato Gino Paoli, il direttore generale della Siae è intenzionato ad offrire un contributo economico sia per risolvere il problema della tumulazione sia per ogni necessità del futuro museo dedicato all’autore di ‘La musica è finita’, ‘E la chiamano estate’ e tanti altri importanti successi”.
Sono passati altri 60 giorni, Rondi ha dato il via libera all’intervento ufficiale del direttore generale Blandini, ma il corpo senza vita di Califano attende disfatto ad Ardea.
Califano, il poeta popolare e popolano, l’uomo che amava scrivere sms di notte, lanciare note d’affetto nel silenzio della luna e nel chiasso della malinconia dell’anima, ora se ne sta solo, dimenticato, dissolto in un luogo senza nome, con la città che gli piaceva, autentica e senza filtri, sognatrice ma disincantata, che dopo aver fatto la fila sulle scalinate della sala della Protomoteca per lanciare un ultimo saluto, l’ha dimenticato in un loculo di Ardea, su una rocca tufacea, in vista delle propaggini occidentali dei Colli Albani, le cui origini si legano alla sbarco di Enea e la fondazione legata al mitico figlio che Odisseo ebbe da Circe, anche lei dimenticata, dopo un violentissimo amore.
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