Carlo Calenda, europarlamentare e fondatore di Azione, è intervenuto su Cusano Tv Italia (ch. 264 dtt) e sul turismo ha detto: “Il turismo internazionale perderà una stagione, che verrà compensata solamente in modo parziale dal turismo nazionale. Il tema fondamentale oggi è cercare di tirare fuori, per turismo e commercio, un piano straordinario che si basa sul potenziamento del credito d’imposta per gli affitti, da portare fino a fine anno e da scontare direttamente dallo Stato. E poi un prolungamento della cassa integrazione fino a marzo-aprile del prossimo anno, che non può valere per tutti i settori, ma solo per quelli collegati al turismo. Purtroppo questa cosa non passa, gli strumenti messi in piedi dal governo non stanno funzionando”.
Sul piano strategico per Roma. “Ho abbandonato l’interlocuzione con Virginia Raggi perché non faceva niente. Un giorno chiamammo tutte le imprese strategiche che operano a Roma per capire quali erano i loro problemi, di cosa avevano bisogna, io saltai un consiglio dei ministri e lei non si presentò. Come si può pensare che la Raggi, che aveva fatto la praticante in uno studio legale, potesse gestire una delle più difficili capitali europee e mondiali? Ma non è colpa sua, l’abbiamo mandata noi lì, perché il nostro rapporto con la politica è un rapporto malato, noi votiamo persone a cui non affideremmo neanche la gestione di un bar”.
Sull’attuale classe dirigente. “Il problema dei partiti è che anno perpetuato per anni la stessa classe dirigente. Tutta la nuova classe dirigente che ha amministrato bene il territorio non trova spazio. E’ la ragione per cui Azione non cerca e non vuole parlamentari, ma persone di qualità che hanno amministrato bene nei comuni e nelle regioni. Io sono convinto che senza consapevolezza questo Paese non cambierà mai e continueremo come dei criceti su una giostra a sostenere l’eroe di turno e poi ogni volta a rimanere delusi. Non esercitiamo il nostro ruolo di cittadini in modo consapevole, valutando l’esperienza e la coerenza dei politici. Salvini è uno che ha detto: l’Italia è una merda, poi ha detto ‘Prima gli italiani’. Ha detto: i terroni puzzano, poi ha detto di voler sfondare nel sud Italia. Questa è una politica fatta da persone molto incapaci, estremamente poco coerenti, che ci tengono legati con una specie di tifo calcistico tra destra e sinistra, quando in realtà non vale mai i provvedimenti che fanno, sono solo chiacchiere, come il PD che alla fine si tiene i decreti sicurezza. Questa roba non va più bene. Bisogna valutare i politici con gli stessi valori che applichiamo nella nostra vita privata, che sono valori in larghissima parte di serietà. Dal 45 in poi viviamo divisi in squadre, questa cosa è nella nostra forma mentale. Ci sono tante persone che mi scrivono: lei dice le cose giuste, ma io sono di destra, oppure: lei dice le cose giuste, ma io sono di sinistra. Ma che ti frega se sei di destra o di sinistra se dico le cose giuste? La politica è diventata una sorta di X Factor, dove i cittadini votano il beniamino della propria squadra che in quel momento è l’eroe. E poi se ne disamora subito, dopo 2 anni che vede che non fa le cose lo odia. Questa è la responsabilità dei cittadini. L’Italia è oggi statisticamente il Paese più ignorante d’Europa, perché noi diciamo ai nostri figli che è importante istruirsi e non abbiamo mai chiesto alla politica di mettere come prima cosa la scuola? Perché i cittadini non si fidano che lo Stato lo sappia fare”.
Nella pandemia hanno patito soprattutto le classi meno abbienti. “Il Paese fai da te, quello in cui lo Stato non funziona più ma ti dà qualche mancetta va bene per chi è ricco, perché chi è ricco in qualche modo se la cava. Gli altri sono fregati. E’ questo che vorrei far capire. I cittadini in difficoltà votano i politici che ripetono le cose che loro dicono, che esprimono il loro malessere, però non dicono mai come risolverlo. Sono i politici-eco, quelli che semplicemente vanno in tv come se fossero i cittadini ad andare in tv, per questo si sentono rappresentati. Ma non è questo il lavoro del politico. Il lavoro del politico è trovare soluzioni ai problemi, se noi non siamo in grado di rompere questo schema il Paese precipiterà”.
Sul consenso di Azione. “Io ho fondato un partito che all’inizio era all’1%, ora ci danno al 3,5%, è un lavoro molto lungo. Salvini e Meloni hanno preso partiti che erano al 2,5% e in 5 anni li hanno portati ai livelli attuali. Io spero di metterci meno di 5 anni, ma ci vuole tempo. Sono preparatissimo a fare una lunga traversata. Ci sono momenti in cui mi dicono che sono spocchioso e sembro il primo della classe, forse è un mio difetto, però penso che non sia più il momento di dire le cose di comodo, non liscio il pelo alle persone, ma le rispetto talmente tanto che sui social cerco di rispondere a tutti, non facendo proclami, ma rispondendo nel merito. Stiamo cercando di fare politica, come gli italiani hanno sempre chiesto che la politica fosse. Proviamo a fare questo, poi nella vita si può fallire, come dice Crozza quando mi imita: l’importante è fallire facendo una cosa buona”.