Il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli (Lega) è intervenuto su Radio Cusano Campus. Calderoli ha depositato le firme per il referendum sulla legge elettorale: “E’ una grande prova di coesione e di forza da parte delle regioni perché 8 regioni sono tante. Non c’è stato solo il nord ma anche il centro e il sud. Una richiesta che viene dal mondo delle regioni e che interessa tutto il Paese. L’obiettivo è togliere quella parte proporzionale che oggi è predominante nel sistema elettorale e istituire una legge che prevede solo i collegi uninominali, con lo scontro tra i candidati, chi vince va in parlamento e chi perde sta a casa. Nonostante una parte del Rosatellum fosse maggioritario, ad agosto abbiamo assistito alla nascita di un governo costituito da partiti che hanno perso tutte le recenti elezioni. Per prevenire che si possano costruire governi dei perdenti, facciamo una legge elettorale che premia chi vince. E non torniamo alla Prima repubblica con partitini come Italia Viva che possono diventare ago della bilancia della tenuta dei governi. Io l’ho chiamato Popolarellum, perché stavolta a decidere la legge elettorale sarà il popolo”.
Sulle difficoltà del governo nelle commissioni. “La difficoltà nasce dall’utilizzo del regolamento, in particolare quello del Senato, che ho scritto io stesso. La settimana scorsa ho fatto due uscite per far capire che se ci portano provvedimenti che sconvolgono quanto è stato fatto in passato o che va contro i nostri principi noi siamo in grado di bloccarle sia in commissione che in parlamento”.
Sulla ‘macchina’ degli emendamenti. “Software per elaborare gli emendamenti? Quella è una leggenda metropolitana. Il massimo del risultato raggiunto fu 62 milioni di emendamenti, che impedirono di essere stampati perché i vigili del fuoco ci diffidarono in quanto il peso di tutti quegli emendamenti stampati avrebbe potuto far crollare il piano di Palazzo Madama. Quella macchina l’ho sempre lì pronta, se la riaccendo rischio di far crollare Palazzo Madama, speriamo non portino provvedimenti che vanno contro i nostri principi e mi costringano a riutilizzarla” ha scherzato Calderoli.
Sul centrodestra. “Vogliamo una coalizione non più fatta di sigle e singoli partiti, vediamo chi ci sta rispetto a un progetto politico e poi lì intorno costruiamo una coalizione”.