Sono nati a 80 chilometri di distanza, e con una differenza anagrafica di otto anni, e da dilettanti Massimiliano Allegri e Luciano Spalletti sono cresciuti nella stessa societa’, la Cuoiopelli, in provincia di Pisa. Poi il loro destino si e’ incrociato due anni fa quando il Milan fra i due ha scelto di affidare la panchina al primo. Mercoledi’, per tenersi stretto il posto il livornese deve superare il collega di Certaldo, provincia di Firenze, e il suo Zenit San Pietroburgo nella trasferta di Champions League che precede di pochi giorni il derby. Sono due test della verita’ per il Milan, che ha solo 7 punti dopo 6 turni di campionato, e ha fatto cilecca alla prima di Champions con l’Anderlecht. Il dubbio e’ lecito: si proseguira’ con Allegri a prescindere da questi due risultati? ‘Si’, assolutamente – assicura Adriano Galliani prima di volare in Russia -. Ogni allenatore dipende dai risultati, e se perde tutte le partite e’ a rischio, ma non c’e’ un pericolo imminente per Allegri: non e’ in discussione. Comunque sono sicuro che i risultati arriveranno e non si parlera’ piu’ di Allegri’.
Nemmeno Spalletti se la passa benissimo. Dopo una costosa campagna acquisti si ritrova solo 7/o dopo 10 giornate, l’arrivo di Hulk e Witsel (in dubbio con il Milan, mentre Criscito dovrebbe esserci nonostante la frattura allo zigomo) ha creato subbuglio nello spogliatoio, due giocatori sono finiti fuori rosa e anche lo Zenit e’ obbligato a vincere. ‘Non e’ una partita decisiva ma delicata perche’ con l’Anderlecht abbiamo pareggiato – avverte Galliani – Lo Zenit ha qualche problema ma e’ una buonissima squadra, ha speso un sacco di soldi per giocatori importanti, d’altronde in Russia si paga il 13% di tasse’. Sull’argomento l’ad rossonero e’ sensibile, come sulle squadre sponsorizzate da marchi riconducibili alla loro proprieta’ in barba al fair play finanziario: ‘Non faccio il censore dei costumi, decidera’ la Uefa’. Per quanto riguarda il Milan, e l’Italia in generale, la realta’ e’ che ‘ormai e’ impossibile avere i top player’. Cosi’, dopo la rivoluzione estiva, in attesa di Pato, con Robinho appena rientrato (e piuttosto nervoso), Boateng involuto rispetto all’anno scorso, in questo momento la ‘stella’ della squadra di Allegri e’ Stephan El Shaarawy, 4 gol nelle ultime 3 partite. ‘Un contropiedista cosi’ di soli 19 anni non lo abbiamo mai avuto. Ora che ha meno concorrenza puo’ giocare stabilmente titolare ma bisogna avere pazienza’, frena Galliani, consapevole che sul ragazzo ha gia’ messo gli occhi il Manchester United: ‘Abbiamo appena rinnovato il contratto fino al 2017, i tifosi possono stare tranquilli’. El Shaarawy e’ anche la punta esterna ideale per il 4-2-3-1 che probabilmente sara’ riproposto in Russia con titolare Pazzini, chiamato a confermare che il Milan ha fatto bene a prenderlo cedendo Cassano all’Inter. ‘Di lui preferisco non parlare’, taglia corto Galliani. Un primo bilancio si potra’ fare domenica. Ma il derby sembra non appassionare i tifosi come in passato. ‘Sara’ la recessione, la crisi o il calo dei risultati delle milanesi ma – rivela Galliani – per la prima volta da 26 anni va a rilento la vendita dei biglietti. Mi appello ai tifosi, vengano allo stadio’.
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