Per quelli che, come me, l’hanno conosciuto condividendo amicizia e vari ideali, compresi quelli calcistici, è passata non solo una giornata di campionato ma la Domenica di Lucio, insolita, dolce e mesta insieme, ma non triste, perché Dalla non sapeva esser triste, semmai emozionante, commovente come certe note e certi versi che in questi giorni hanno fatto da colonna sonora a un’Italia poverella e inquieta.
Al Dall’Ara di Bologna hanno giocato una partita per lui, come se il risultato non contasse, e invece valeva e come. La vittoria promessa a Lucio da Pioli è arrivata nel gran finale di Bologna-Novara con un gol “miracoloso” di Acquafresca: palla due volte sul palo, una mischia dalla quale è poi finita in fondo alla rete dell’ottimo Ujkani che aveva parato un rigore a Di Vaio. Tre punti per sognare la salvezza. Per Mondonico, lotta continua. (…)
A Lecce, il signor Russo, non sempre bravissimo, ha beccato il gol di Sculli dentro per due centimetri; a Roma, in un derby animatissimo, il signor Bergonzi ha beccato il gol del pari giallorosso, dentro di cinquantotto centimetri eppur degno di finire fantasmatico, visto che Tagliavento, a Torino, era stato beffato da un pallone entrato per ben sessantatrè centimetri. Per il resto – salvo errori e omissioni – m’è parsa una onorevole domenica arbitrale, nonostante i tentativi di indurre Bergonzi – per fortuna in sede di commenti – a cambiare i regolamenti proprio dopo che Nicchi e tanti altri ne avevano invocato la decisa applicazione: “Passi per il rigore – ho sentito dire – ma perché espellere Stekelenburg? E’ ingiusto, è troppo penalizzante…”. Dunque, abbasso i regolamenti. E il bello è che sento dirlo da quelli che vorrebbero in campo l’Insindacabile Signora Moviola o quegli altri aggeggi anti-gol fantasmi da metter sulla porta.
A proposito, non vi sarà sfuggita la beffa giocata dagli inglesi dell’Ifab a danno degli italiani, primi promotori dell’Occhio di Falco e storici inventori dello strumento realizzato dal Centro Nazionale delle Ricerche presentato a Udine ai signori dell’Uefa e della Fifa: se si introdurrà, lo strumento sarà prodotto nel Regno Unito, dalla compagnia Hawk Eye o dalla ditta che ha brevettato il Goal Ref. Come sostengo da anni, le tecnologie nel calcio sono solo affari di miliardi, il solito business per i soliti furbi. E infatti hanno
quasi convinto Blatter…
C’è di tutto, in una domenica calcistica nostrana dopo che Milan e Juve hanno allietato il sabato (non a Palermo, naturalmente, dove s’è verificato il pronostico di Zamparini, uno che se ne intende…): c’è il Napoli che procede anche con gli aiutini e forse sta pensando ai punti gettati coi quali oggi lotterebbe per lo scudetto; c’è l’ennesima bellissima prova del Lecce di Cosmi che va a media… scudetto; c’è il Siena che onora il lavoro di Sannino. C’è il derby romano che castiga i giallorossi ancora lontani dall’essere squadra, nonostante gli onorevoli tentativi di Luis Enrique che non ha ancora studiato bene il calcio e la lingua d’Italia. E nel derby c’è Edy Reja, colui che ha sconfitto l’arroganza di Lotito, sottraendosi alle sue manovre scorrette con le qualità di uomo e di tecnico già rivelate prima e altrove ma ampiamente pubblicizzate da una piazza difficile come Roma. Lo candido – comunque vadano le cose per la sua bella Lazio – Panchina d’Oro 2012, degno successore di Guidolin. Vedrete, il tempo mi darà ragione: la sfida più avvincente, alla fine, la giocheranno Udinese e Lazio per un posto in Champions. Ma perché non pensare anche allo scudetto?
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