Se quella di venerdi’ 17 febbraio e’ stata una giornata da dimenticare, nemmeno questa domenica 19 ha risollevato il morale in casa Inter. Prima e’ arrivata la squalifica di tre giornate a Castaignos per lo sputo a Raggi nel finale della partita con il Bologna. Poi, mentre la Roma spingeva i nerazzurri al 7/o posto, ecco la vendetta di Muntari: emarginato negli ultimi mesi ad Appiano e regalato a gennaio al Milan, e’ riuscito a segnare al suo debutto in rossonero. Troppo facile e’ l’ironia dei tifosi milanisti, amara l’autoironia di quelli interisti. E’ invece solo una beffa per un’Inter in crisi di risultati e nervi, con Claudio Ranieri che mercoledi’ a Marsiglia si presentera’ con una spada di Damocle in testa.
Il romano spera che possa aiutarlo il ritorno di Samuel (che si e’ allenato regolarmente dopo due settimane di stop per uno stiramento) al centro di una difesa completamente in ambasce con Novara e Bologna. E conta di recuperare anche Milito, reduce da un’influenza piuttosto fastidiosa. Ma serve soprattutto una reazione di squadra, a partire da Sneijder e Maicon: anche per i giocatori vale il divieto di nuove figuracce imposto da Moratti.
Come al solito nei momenti delicati ci ha messo la faccia capitan Zanetti. L’argentino ha accolto ad Appiano Filippo, il piccolo tifoso di 9 anni che non ne puo’ piu’ degli sfotto’ dei compagni di scuola, e gli ha promesso una reazione in campo. Poi si e’ presentato davanti alle telecamere di Sky. ‘Dopo 7 anni di successi questo e’ il primo anno di difficolta’, ma sono sicuro che il presidente Moratti rendera’ la squadra ancora piu’ forte e vorra’ ripetere le vittorie del passato – ha spiegato -.
Quando e’ arrivato Ranieri gli ho detto: ‘Sono qui per aiutare in campo, fuori, in panchina e anche in tribuna’. Vogliamo cambiare la tendenza di questi ultimi risultati negativi. La partita di Marsiglia e’ decisiva per tutti, non solo per il mister, perche’ Ranieri e’ insieme a noi in questo percorso. Tutti ci rendiamo conto del momento, la cosa importante e’ fare bene per l’Inter’. Alla fine, pero’, come sempre rischia piu’ chi sta in panchina. Ranieri sa che dovra’ giocarsi tutto in una notte per convincere Moratti a dargli piu’ tempo. Il presidente nerazzurro ha gia’ vissuto momenti simili. Otto anni fa, ad esempio. Dopo aver esonerato a ottobre Cuper sostituendolo con Zaccheroni, vide la sua Inter eliminata prima dalla Champions e poi dai quarti di coppa Uefa, proprio contro l’Olympique Marsiglia.
Zaccheroni chiuse la stagione al 4/o posto in campionato, considerato l’obiettivo minimo, quindi fu messo alla porta. Difficilmente adesso Ranieri manterrebbe il posto in caso di debacle europea. Potrebbe anzi bastare una sconfitta all’andata a Moratti per decidere il cambio in panchina, per dare la scossa prima di un’altra trasferta delicata, a Napoli. Il presidente attende evitando esternazioni pubbliche. Mentre Luis Figo avrebbe dato la sua disponibilita’ a guidare la squadra, Beppe Bergomi non aspetta altro (‘Io allenerei l’Inter sempre, tutta la vita. Ma non toccherei Ranieri’) e Walter Zenga e’ pronto a lasciare il Dubai e l’Al Nasr se arrivasse la chiamata da Milano. Pep Guardiola, Andre’ Villas Boas, Roberto Baggio e altri nomi restano sullo sfondo come candidati per l’Inter del futuro. Ma il presente e’ piu’ importante.
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